
Alighiero Boetti (1940 - 1994)
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BOETTI QUOTAZIONI
Le opere d’arte dell’artista sono ricercatissime dai collezionisti dell’arte moderna. Le quotazioni di Alighiero Boetti per i suoi lavori sono influenzate dalle dimensioni, dalla datazione e dal soggetto raffigurato. Le opere più iconiche dell’artista sono gli arazzi che hanno valori minimi di €15.000 e talvolta possono superare i €500.000.
Le stime descritte sono indicative ed andrebbero accompagnate dalla valutazione di un esperto.
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NOTE BIOGRAFICHE
Si forma da autodidatta con la lettura di Herman Hesse, lo studio della pittura di Fontana, Gorky, Rothko e Balla. In gioventù trascorre un periodo a Parigi e nel 1964 torna stabilmente a Torino dove due anni più tardi inaugura la prima personale. L’ossessione per la scrittura e per la bidimensionalità, le riflessioni sul tema del doppio e della complementarietà, lo portano nel 1968 a realizzare il fotomontaggio Gemelli, che spedisce ad una cinquantina di amici insieme a frasi manoscritte. Le sue opere sono gesti liberi difficili da codificare e quantificare.
Partecipa a tutte le collettive sull’arte povera e sull’arte concettuale, giungendo ad un improvviso cambiamento, evidente nelle opere esposte alla personale del 1969: la vetrata Niente da vedere, niente da nascondere e la sagoma lo che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969. Attento testimone della realtà che lo circonda, avvia una vera e propria opera di catalogazione del mondo: lavora sull’iconografia dei media, sulle bandiere nazionali, sulle carte politiche, ponendoci sempre davanti alla sua personale riflessione sul tempo e sullo spazio.
Stanco dei pressanti ritmi delle mostre parte per l’Afghanistan, dando inizio ai lavori ricamati e alla sequenza dei telegrammi. Negli anni Ottanta, dopo essersi trasferito a Roma, partecipa a numerose esposizioni, tra cui “Avanguardia e Transavanguardia” di Achille Bonito Oliva (1982) e una retrospettiva alla Pinacoteca Comunale di Ravenna dal titolo “Alighiero & Boetti”(1984). Negli ultimi anni di attività accanto alle opere di piccolo formato, su cui lavora da solo, segue la “regia” di opere di dimensioni sempre maggiori.