Le quotazioni di Eugenio Pellini, raffinato scultore lombardo attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, possono essere un riferimento utile per chi possiede una sua opera. Lavorò soprattutto con il bronzo e il marmo, materiali attraverso cui seppe esprimere un’intensa intimità emotiva unita a una notevole innovazione formale. I soggetti ricorrenti delle sue sculture sono madri e bambini, figure che trasmettono un senso di profonda tenerezza.

Prezzi Correnti delle Sue Opere

Attualmente, le opere minori o di media importanza di Eugenio Pellini presentano quotazioni che si aggirano tra i €500 e i €1.500. Le creazioni di maggior rilievo, in particolare le sculture in bronzo o marmo di grandi dimensioni, sono decisamente più rare sul mercato e possono raggiungere valori compresi tra i €1.500 e i €5.000. Particolarmente apprezzate dai collezionisti sono le sue raffigurazioni femminili di ampio formato.

Il record di vendita per un’opera di Pellini è attualmente di €8.750, realizzato nel 2015 con la splendida scultura Fanciulla sdraiata. L’opera, una delicata fusione in bronzo, ritrae una giovane donna distesa, con il capo sorretto da un braccio, in un atteggiamento di pacata contemplazione.

Le cifre riportate sono da considerarsi indicative. Per una valutazione personalizzata, è consigliabile rivolgersi ai nostri esperti, specializzati negli scultori attivi nella scena artistica milanese tra Otto e Novecento.

Eugenio Pellini Quotazioni, Prezzi e Valore Opere

Analisi del Mercato di Eugenio Pellini: Un Protagonista della Scultura Italiana del Primo Novecento

Eugenio Pellini è stato uno scultore lombardo attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, noto per opere di intensa carica emotiva. Le sue creazioni trasmettono un senso profondo di tenerezza e malinconia, e riflettono, nella maturazione del suo stile, influenze sia della Scapigliatura che dell’Impressionismo.

Espose in alcune tra le più importanti rassegne italiane e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Secessione Romana e l’Esposizione Universale di Parigi. Accanto alla produzione commerciale, fu anche autore di numerose opere funerarie e ritratti su commissione, e si dedicò all’insegnamento con impegno costante.

Oggi il mercato delle sue opere è prevalentemente concentrato in ambito lombardo. La sua produzione, piuttosto ampia, garantisce una discreta presenza nel mercato dell’arte, anche se le sculture in marmo o bronzo di grandi dimensioni compaiono solo di rado.

Le sue quotazioni restano contenute, in linea con una notorietà che oggi si limita per lo più al contesto nazionale (o addirittura regionale). Eppure, per noi resta uno dei nomi più significativi della scultura italiana del primo Novecento.

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Per valutare la tua opera, esamineremo nello specifico alcune caratteristiche, come dimensioni, materiale, soggetto e qualità. Nella produzione di Eugenio Pellini, raggiungono i prezzi migliori le grandi opere in bronzo o marmo, databili tra il 1900 e il 1920. Sono maggiormente ricercati i ritratti femminili, ma anche maternità e bimbi (fulcro della sua produzione) possono raggiungere buone quotazioni.

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Siamo interessati ad acquistare sculture significative di Eugenio Pellini, protagonista della scena artistica milanese tra XIX e XX secolo. Particolarmente rilevante è il sentimento di tenerezza e malinconia, cifra distintiva di molte sue creazioni. Ricerchiamo soprattutto grandi opere in bronzo o marmo.

Il potenziale acquisto della tua scultura sarà valutato dai nostri esperti, specializzati nelle quotazioni di Eugenio Pellini. Questa competenza ci consente di proporre trattative in linea con i valori correnti di mercato. Una volta raggiunto un accordo, ci occuperemo direttamente degli aspetti logistici.

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Biografia di Eugenio Pellini Scultore

Eugenio Pellini nacque il 17 novembre 1864 a Marchirolo, un piccolo comune lombardo nei pressi di Lugano. Figlio di Andrea e Carolina, a soli quattordici anni si trasferì a Milano, dove iniziò a lavorare come apprendista nello studio dello scultore meneghino Filippo Biganzoli.

Il trasferimento nella vivace metropoli milanese si rivelò decisivo per il giovane artista, che entrò in contatto con la corrente scapigliata, allora predominante nel panorama artistico. Dopo questa prima formazione, si perfezionò all’Accademia di Brera, dove ricevette gli insegnamenti di Ambrogio Borghi. Il periodo accademico si rivelò ricco di soddisfazioni: ottenne diversi premi e si distinse come uno degli studenti più promettenti.

Grazie alla vittoria del Premio Oggioni, ricevette un sussidio che gli consentì di viaggiare e arricchire la propria formazione visitando Firenze, Roma, Palermo e infine Parigi. Dopo il debutto alla Nazionale di Palermo del 1892, si recò nella capitale francese, dove rimase profondamente colpito dall’opera del celebre Auguste Rodin. Da quel momento iniziò per Pellini una lunga stagione di partecipazioni a esposizioni nazionali e internazionali, oltre a importanti commissioni.

Epose a Genova, Torino, Milano, Venezia e anche all’estero. In particolare, nel 1900 ottenne il primo premio per la scultura all’Esposizione Universale di Parigi. Parallelamente all’attività espositiva, intraprese anche quella didattica, ottenendo la cattedra alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco di Milano.

Divenne un assiduo partecipante della Biennale di Venezia, alla quale prese parte a partire dal 1905 per numerose edizioni successive. Le sue opere vennero richieste per monumenti funerari e ritratti borghesi, ambiti nei quali si affermò come uno dei massimi interpreti del suo tempo. Partecipò a diverse esposizioni in America, in città come Buenos Aires, Panama e San Francisco.

Tra il 1914 e il 1916 figurò anche nelle importanti mostre della Secessione romana, esperienze innovative e determinanti per il rinnovamento dell’arte italiana. Fu uno dei pochi scultori invitati, accanto a nomi come Libero Andreotti, Alfredo Biagini, Leonardo Bistolfi, Rembrandt Bugatti, Amleto Cataldi, Arturo Dazzi, Nicola D’Antino, Ercole Drei, Publio Morbiducci e Giovanni Prini.

Eugenio Pellini si spense a Milano nel maggio del 1934.

Eugenio Pellini Opere – Stile e Caratteristiche

Il Linguaggio Scultoreo di Eugenio Pellini: Malinconia e Modernità

Le tre influenze fondamentali nella maturazione dello stile di Eugenio Pellini furono la Scapigliatura lombarda, la scultura di Medardo Rosso e quella di Auguste Rodin. Queste tappe risultarono decisive nel plasmare la sua espressione artistica, che unisce la profondità tematica dei primi con la spinta innovativa dei più rivoluzionari impressionisti.

Nelle sue opere prevale un sentimento di malinconia, espresso attraverso rappresentazioni intime e delicate, capaci di toccare lo spettatore con dolcezza e profondità emotiva. Tra i soggetti più ricorrenti nella produzione dello scultore lombardo figura la maternità, reinterpretata in numerose varianti e prototipi.

Si tratta di opere dal forte impatto realistico, modellate con una materia vibrante e dinamica, che pone in risalto l’espressività dei volti e delle figure rappresentate. Pellini lavorò principalmente il bronzo e il marmo, materiali che gli consentirono di dare corpo a una visione artistica intensa e personale. Particolarmente significativo è il sentimento di tenerezza che permea molte delle sue creazioni, che hanno spesso come protagonisti i bambini.

Si dedicò con particolare impegno anche all’arte funeraria, ricevendo numerose commissioni nei principali cimiteri lombardi. Il suo maggior merito fu proprio quello di riuscire a coniugare intimità emotiva e innovazione formale, rendendo il suo linguaggio scultoreo riconoscibile e moderno.

Sculture

1. Fanciulla sdraiata
2. Mattina d’estate
3. Fanciullo di Nazareth
4. Niobe
5. Vergine
6. Pagine d’album
7. Il rimorso di Giuda
8. Sorrisi
9. Sotto l’Arco della Pace
10. Maternità
11. Il cesto d’uva