
Arrigo Minerbi (1881 - 1960)
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QUOTAZIONI
Le quotazioni di Arrigo Minerbi per le sculture sono in linea di massima dai €1000 ad oltre i €5000. Una sua scultura in marmo a grandezza naturale è stata venduta nel 2018 per €58.000. La raffinatezza è uno degli elementi principali nella valutazione delle sculture dell’artista. Le quotazioni di Arrigo Minerbi per i disegni sono inferiori a quelle delle sculture.
Le stime descritte sono indicative ed andrebbero accompagnate dalla valutazione di un nostro esperto.
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BIOGRAFIA
Nasce a Ferrara nel 1881: muore a Padova nel 1960; scultore. Dopo aver frequentato nella città natale l’Istituto d’arte Dosso Dossi, Arrigo Minerbi si trasferisce a Firenze, dove lavora come restauratore e incisore presso antiquari e mercanti d’arte, quindi a Genova, dove Partecipa al concorso per una fontana da collocarsi nei giardini pubblici. Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia (1912) e un’esposizione personale presso la galleria Pesaro (1919), è presente soltanto alla Regionale di Ferrara (1920), alla Primaverile fiorentina (1922) e a tre collettive all’estero. Esordisce nell’ambito del liberty (sue le decorazioni per il villino Melchiorri di Ferrara), ai cui ritmi flessuosi, seppure un po’ appesantiti, rimane legata anche parte della sua produzione degli anni Venti.
La sua principale attività è costituita dalla scultura monumentale: monumento ai caduti di Bondeno (1925), tre versioni della Vittoria del Piave (1928-30), una delle quali si trova a Gardone, presso il Vittoriale. Datano infatti a questi anni i suoi rapporti con D’Annunzio, che gli dedica un articolo sulla «Rivista di Ferrara», gli commissiona la tomba della madre (1936-38) e di cui Minerbi esegue nel 1938 la maschera funebre.
Negli anni Trenta alterna alla scultura cimiteriale le commissioni pubbliche: La maternità (1930, altorilievo per l’Ospedale Mangiagalli di Milano), Il Po e i suoi affluenti (1932, Ferrara, Acquedotto comunale). Convinto, come si rileva dai suoi scritti, che la funzione dello scultore sia quella di riparare all’opera devastatrice del tempo, Minerbi persegue un ideale di bellezza levigata e stucchevole e concepisce l’arte come realizzazione di un «vero ideale».