
BACCIO MARIA BACCI QUOTAZIONI
Le quotazioni di Baccio Maria Bacci, pittore fiorentino dalle radici classiche e dalla visione moderna, possono rappresentare un dato interessante per chi possiede un suo dipinto. La sua produzione, prevalentemente a olio, spazia dalle opere d’avanguardia al ritorno all’ordine, fino a un linguaggio più sobrio e meno innovativo. È un nome presente sul mercato, anche se le opere di maggiore importanza risultano piuttosto rare.
Il valore di un suo quadro dipende principalmente dal periodo di realizzazione e, naturalmente, dalla qualità dell’opera. Le quotazioni medie per i dipinti di Baccio Maria Bacci si collocano tra i €500 e i €5.000, con punte comprese tra i €6.000 e i €12.000 per capolavori cubo-futuristi (anni ’10) o per dipinti di rivisitazione classica (anni ’20). Il record di vendita per una sua opera è di €27.349, cifra raggiunta nel 1991 dal modernissimo Gli artisti al caffè (1915/18), un grande olio su tela di 103 x 135 cm che esprime appieno il suo linguaggio d’avanguardia.
Si ricorda che le quotazioni fornite sono da considerarsi puramente orientative. Per ottenere una stima personalizzata, è consigliabile rivolgersi ai nostri esperti, specializzati nella pittura italiana della prima metà del Novecento.
FASCIA DI PREZZO:€500 - €12.000
VALORE DEI DIPINTI
€500 – €5.000
VALORE DELLE OPERE PIÙ IMPORTANTI
€6.000 – €12.000
RECORD DI VENDITA
€27.349
Baccio Maria Bacci Quotazioni, Prezzi e Valore Opere
Il mercato di Baccio Maria Bacci: avanguardia e tradizione di un maestro del Novecento
Baccio Maria Bacci è stato un pittore fiorentino attivo nel XX secolo, figura particolarmente interessante per il suo ruolo di interprete delle avanguardie e protagonista nel periodo del ventennio fascista. Dopo un iniziale avvicinamento al Cubismo e al Futurismo – quindi a linguaggi visionari ed estremamente moderni – aderì al “ritorno all’ordine“, sviluppando una pittura ispirata al Quattrocento toscano, in linea con gli ideali del gruppo Novecento.
Nel secondo dopoguerra, perse progressivamente quella spinta innovativa che aveva caratterizzato la fase iniziale della sua carriera.
Oggi il suo nome è piuttosto presente sul mercato, anche se i suoi capolavori compaiono raramente. Le quotazioni di Baccio Maria Bacci restano solide, sebbene – a nostro avviso – inferiori al valore effettivo della sua produzione. È un artista conosciuto e ricercato soprattutto a livello nazionale, con particolare riscontro tra il pubblico toscano, anche se le sue opere cubiste meriterebbero un’attenzione più ampia.
È stato una figura di rilievo nella prima metà del Novecento, oggi forse meno celebrata di quanto realmente meriterebbe.
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Per valutare correttamente una sua opera, analizzeremo: periodo, soggetto, dimensioni e qualità. Nel repertorio di Baccio Maria Bacci esiste una netta distinzione, in termini di valutazione e apprezzamento, tra le opere cubiste, futuriste e di “ritorno all’ordine”, rispetto alla produzione del secondo dopoguerra. Sono particolarmente ricercate le tele di grande formato con soggetti suggestivi, soprattutto degli anni ’10 e ’20.
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Il potenziale acquisto del tuo quadro sarà valutato dai nostri esperti, specializzati nelle quotazioni di Baccio Maria Bacci. La nostra conoscenza approfondita del mercato del pittore fiorentino ci consente di condurre trattative trasparenti e coerenti con i prezzi correnti. In caso di accordo, ci occuperemo direttamente della logistica.
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Biografia di Baccio Maria Bacci Pittore
Baccio Maria Bacci nacque l’8 gennaio 1888 a Firenze, figlio di Adolfo e Vittoria Riboldi. Fin da giovane respirò l’arte in famiglia, circondato da una tradizione pittorica di lungo corso. Dopo la morte prematura del padre, trascorse l’infanzia tra Bellosguardo e Monaco di Baviera.
Nel 1905, grazie all’intervento del prozio Luigi Bechi, entrò all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò sotto la guida di Adolfo De Carolis e Giovanni Fattori. Tuttavia, il suo spirito indipendente lo portò presto a rifiutare l’insegnamento accademico, preferendo formarsi da autodidatta. Fece il suo debutto nel 1910 in una collettiva minore a Palazzo Gondi, dove ebbe l’occasione di presentare le sue opere accanto a quelle di Giovanni Costetti, all’epoca già affermato.
L’anno successivo si trasferì a Parigi, ospite del pittore Renato Paresce, dove entrò in contatto con il linguaggio innovativo del Cubismo. La sua permanenza francese fu breve: fu infatti costretto a rientrare in Italia. Nel 1911 e 1912 espose alla Società di Belle Arti di Firenze.
Partecipò poi attivamente alla Prima Guerra Mondiale, al termine della quale si dedicò con maggiore intensità alla pittura, comparendo sempre più spesso nelle principali rassegne artistiche italiane. Nel 1922 espose alla Primaverile fiorentina, nel 1923 alla Quadriennale di Torino, e dal 1924 al 1938 prese parte regolarmente alla Biennale di Venezia. Partecipò inoltre a due mostre del Gruppo Novecento, nel 1926 e nel 1929, curate dalla celebre critica Margherita Sarfatti.
Fu un espositore costante della Mostra Sindacale di Firenze, dove figurò in sei edizioni, tra il 1928 e il 1939. Comparve anche alla Quadriennale di Roma nel 1931 e nel 1935, e nello stesso anno partecipò alla Sindacale di Napoli. Nel 1955 si trasferì stabilmente a Roma, dove continuò a dipingere fino alla fine della sua vita.
Morì a Firenze nell’ottobre del 1974.
Baccio Maria Bacci Opere – Stile e Caratteristiche
Il percorso di Baccio Maria Bacci tra avanguardia e classicismo
Fin dall’infanzia, il percorso artistico di Baccio Maria Bacci appare già tracciato, guidato da una serie di influenze che plasmano precocemente la sua visione. Cresce tra Firenze, dove entra in contatto diretto con i capolavori dei grandi maestri rinascimentali, e Monaco di Baviera, dove si avvicina alla cultura della Secessione. Questo doppio ambiente lo conduce a sviluppare, fin da giovane, un interesse profondo sia per il mondo classico sia per le nuove tendenze moderniste.
Il viaggio a Parigi nel 1911 segna una svolta decisiva. Qui scopre il Cubismo, un linguaggio rivoluzionario che lo affascina profondamente. Inizia così a sperimentare forme scomposte, colori accesi e vivaci, sviluppando una pittura sempre più sintetica, vicina all’astrazione. Le sue opere di questo periodo mostrano una visione modernissima, fatta di frammentazioni geometriche e tensione innovativa.
Sempre a Parigi, grazie all’amicizia con Gino Severini, entra in contatto con le ricerche del Futurismo. Se l’estetica presenta punti in comune con quella cubista, i presupposti concettuali sono differenti: nelle sue tele, Bacci esplora ora il dinamismo e il movimento, mantenendo la scomposizione della forma come tratto distintivo.
Terminata la Grande Guerra, si allontana dalle avanguardie per abbracciare un classicismo rivisitato in chiave moderna, anticipando quel fenomeno che verrà definito “ritorno all’ordine“. La sua pittura si ispira ai grandi maestri toscani del Quattrocento, ma con uno sguardo contemporaneo.
In questi anni si accentua il plasticismo delle sue opere: le figure diventano monumentali, lo spazio è attentamente costruito, i colori si fanno più sobri. È uno stile che incontra il favore del regime fascista, il quale promuoveva il culto dell’antichità classica. A partire dagli anni Trenta, Baccio Maria Bacci si dedica con sempre maggiore impegno anche agli affreschi e alla decorazione, spesso su temi sacri.
Nel secondo dopoguerra, però, la sua pittura perde quella forza innovativa che aveva caratterizzato le fasi iniziali. Si orienta verso una visione più intima e malinconica, ispirata al romanticismo nordico.
Quadri
- Le sarte (1915)
- Gli artisti al caffè (i fistioni) (1915/18)
- Il tegame giallo (1918 c.)
- Il barbiere (1918 c.)
- Paesaggio cubista (1918)
- Sull’argine (1920 c.)
- Ritratto di Piero Jahier (1920)
- I vagabondi (1921)
- La madre (1921)
- In treno (1922)
- Il figliol prodigo (1925)
- Pomeriggio a Fiesole (1926/29)
- Festa d’estate (1929)
- Il vagabondo (1943)
- Portatrice d’acqua (1950)
- Fogli vecchi (1953)