
Lucio Fontana (1899 - 1968)
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QUOTAZIONI
Le quotazioni di Lucio Fontana per i quadri sono in linea di massima dai €5000 ad oltre i €3.000.000. Le tipologie di opere più ricercate dell’artista sono i Concetti Spaziali “La fine di Dio” e i suoi iconici “tagli”. Le opere su carta dell’artista possono avere valori dai €1500 ad oltre i €30.000. Sono molto apprezzate anche le sue sculture “spazialiste”. Dare delle indicazioni approssimative per le quotazioni di Lucio Fontana è molto complicato poiché i suoi range di valori sono molto ampi e sono parecchi i fattori da tenere in considerazione.
N.B: Le stime descritte sono puramente indicative ed andrebbero accompagnate dalla valutazione gratuita di un nostro esperto.
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BIOGRAFIA
Nasce a Rosario di Santa Fé (Argentina) nel 1899, muore a Comabbio (Varese) nel 1968; pittore e scultore. Figlio dello scultore milanese Luigi Fontana, rientra in Italia nel 1905, frequenta a Milano l’Istituto tecnico Cattaneo, dove consegue il diploma di perito dopo la prima guerra mondiale. Nel 1922 torna in Argentina e si dedica alla scultura. Nel 1928 è di nuovo a Milano, si iscrive a Brera e frequenta i corsi di Wildt. Si diploma nel 1930, anno della sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia e della prima personale al Milione, dove esporrà più volte negli anni successivi. Sin dall’inizio degli anni Trenta conduce il suo lavoro con estrema libertà, adottando soluzioni postcubiste, interessandosi ai volumi nello spazio, ma anche riducendo il suo intervento alla semplice traccia del graffito.
Astrazione
Presto giunge anche a una astrazione libera, ove l’immagine è soprattutto affidata alla linea incisa. Risente anche della vicinanza di Arturo Martini, continua a realizzare opere figurative, ma contemporaneamente produce opere astratte, che presenta nel gennaio del 1935 al Milione, dove dall’anno precedente frequenta il gruppo degli astrattisti.
Fino allo spazialismo
Con loro espone a Torino nella Mostra collettiva di arte astratta italiana. Ancora nel 1935 aderisce al gruppo Abstraction- Création di Parigi e inizia ad Albisola l’attività di ce- ramista, cui si dedicherà tutta la vita, trovandovi uno strumento particolarmente idoneo alla sua insofferente ricerca di schematizzazioni. Nel 1936 realizza alla VI Triennale di Milano, con Nizzoli, Palanti e Persico, il progetto del salone della Vittoria. Nel 1939, ri- tornato ormai da tempo alla figurazione, aderisce al movimento di «Corrente». Lascia quindi di nuovo l’Italia per l’Argentina, dove si trattiene fino al 1947. L’anno precedente, a Buenos Aires, aveva redatto il Manifiesto blanco. Tornato a Milano scrive una serie di manifesti per la pittura spaziale, che inaugura la sua ultima stagione, ispirata alla consueta felicità inventiva e segnata da un ininterrotto sperimentalismo.