ATTILIO LASTA QUOTAZIONI
L’eclettica produzione artistica di Attilio Lasta si distingue principalmente per la ricchezza di dipinti che abbracciano diverse sfaccettature della sua genialità. La sua vasta gamma di opere include i rari e affascinanti dipinti divisionisti, oltre a numerose nature morte che prendono vita a partire dagli anni ’30, caratterizzate da un intrigante richiamo al classicismo novecentesco.
Esplorare l’opera di Attilio Lasta significa immergersi in un mondo artistico che abbraccia la scomposizione cromatica dei dipinti divisionisti, testimoniando la sua maestria nel dare vita a paesaggi visionari e atmosfere incantate. In parallelo, le sue nature morte degli anni ’30 offrono uno sguardo affascinante su come il pittore ha reinterpretato il classicismo in chiave contemporanea, evidenziando la sua capacità di adattarsi e evolversi nel corso della sua carriera.
Sebbene i valori di mercato associati all’opera di Attilio Lasta potrebbero non essere eclatanti, è indubbiamente un artista che merita di essere riscoperto. La sua modesta presenza sul mercato aggiunge un tocco di esclusività, rendendo le sue opere un tesoro unico per chi apprezza la sua visione artistica unica.
Per quantificare questo patrimonio artistico, i dipinti delle nature morte di Attilio Lasta sono valutati tra €1.000 e €2.500, con variazioni basate sulla qualità e sull’unicità di ciascuna opera. Per i dipinti divisionisti, considerati tra le opere più apprezzate dell’artista, le quotazioni spaziano da €1.000 a oltre €5.000, riflettendo l’impegno e la maestria dell’artista nel plasmare la sua visione pittorica distintiva.
Va notato che l’opera di Attilio Lasta, sebbene apprezzata, non è abbondante sul mercato, conferendogli un carattere di rarità. Questa scarsa presenza, tuttavia, non dovrebbe sottovalutare la sua importanza nel panorama divisionista. Il pittore trentino potrebbe essere considerato un “nome minore” nella scena artistica, ma il suo impatto e la sua originalità lo rendono una figura significativa che merita un posto d’onore nella storia dell’arte.
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QUOTAZIONI MEDIE:€1.000 - €5.000
Attilio Lasta Studio dei Valori di Mercato
Attilio Lasta, figura di spicco nella seconda generazione dei divisionisti, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico trentino. La sua maestria nel manipolare la tecnica divisionista ha trovato espressione attraverso opere straordinarie a partire dagli anni ’10, attestandosi come uno dei pittori più distintivi della sua regione. Con il passare del tempo, la sua produzione artistica ha subito un’evoluzione significativa, assimilando le influenze stilistiche del panorama novecentesco, in particolare del classicismo.
La pittura divisionista di Attilio Lasta, prevalentemente incentrata sul paesaggio, trae ispirazione diretta dall’osservazione attenta del mondo reale. Il suo approccio unico a questa tecnica ha contribuito a plasmare uno stile distintivo, caratterizzato da una scomposizione cromatica vibrante e da atmosfere che catturano l’essenza stessa del paesaggio.
Risalire all’andamento dei valori di mercato delle opere di Lasta si rivela un compito delicato, considerando la sua relativa rarità sul mercato. Tuttavia, nel corso degli anni, si è notato un trend di valori costanti, ancorati a cifre moderate. La sua posizione di “nome secondario” nel panorama artistico del Novecento ha contribuito a mantenere i valori delle sue opere su livelli che, seppur non elevatissimi, conservano un fascino intrinseco per gli appassionati d’arte.
Le opere divisioniste degli anni ’10 di Attilio Lasta sono considerate particolarmente rare e, di conseguenza, godono di valori di mercato più elevati. Questi dipinti, testimonianza della fase iniziale della sua carriera, sono ambiti da collezionisti e apprezzati per la loro unicità. D’altro canto, le nature morte degli anni ’30, pur presentando valori di mercato più contenuti, mantengono una richiesta costante grazie alla loro capacità di catturare la sua maestria artistica in una diversa prospettiva stilistica.
In conclusione, Attilio Lasta emerge come un artista poliedrico, capace di navigare tra le correnti artistiche del suo tempo con maestria e originalità. La sua eredità artistica, seppur ancorata a valori di mercato che riflettono la sua posizione “secondaria”, continua a suscitare interesse e apprezzamento per la sua contribuzione unica al panorama artistico trentino e al movimento divisionista nel contesto più ampio del Novecento.
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Attilio Lasta Acquisto e Vendita
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Biografia di Attilio Lasta Pittore
Attilio Lasta, nato a Villa Lagarina il 27 aprile 1886, emerge come una figura straordinaria nel panorama artistico italiano, sfidando le convenzioni dell’epoca e tracciando una carriera intrisa di passione e dedizione. Fin da giovane, l’arte ha catturato la sua anima sensibile, influenzando profondamente il suo percorso di vita.
Il suo legame con il pittore Eugenio Prati, ospite dei conti Lodron a Nogaredo, ha rappresentato un capitolo formativo cruciale. La piccola Villa Lagarina, con il suo fascino unico, ha fornito il contesto ideale per coltivare l’amore di Attilio Lasta per l’arte. Nel 1900, dopo aver completato la scuola popolare, Attilio e la sorella Maria hanno intrapreso un viaggio educativo al collegio di Amras, nel Tirolo orientale, consolidando ulteriormente la sua educazione e affinando la sua sensibilità artistica.
Il ritorno a Villa Lagarina dopo il completamento del corso professionale è stato un momento di riflessione per lui. Nel 1902, Verona ha aperto le porte alla sua esibizione presso la galleria “La Gran Guardia”, sottolineando il suo emergente talento. Nel 1906, nonostante le riserve dei genitori, ha preso una decisione audace trasferendosi a Milano, centro pulsante dell’arte e della cultura italiana.
L’ambiente milanese ha offerto ad Attilio Lasta l’opportunità di immergersi nella scena artistica emergente. Frequentando lo studio di Cesare Tallone e stringendo legami con Bartolomeo Bezzi, il giovane artista è stato poi plasmato dall’atmosfera divisionista lombarda, guidato dall’influenza di Vittore Grubicy e di altri artisti come Carlo Fornara ed Emilio Longoni. La sua ricerca spirituale lo ha condotto persino in un viaggio a Maloja, sulla tomba di Giovanni Segantini, per assorbire direttamente l’essenza del paesaggio che aveva ispirato il grande maestro.
Venezia ha poi catturato la sua attenzione, attirandolo con il suo vivace ambiente culturale. Le Biennali hanno fornito l’occasione di interagire con una miriade di artisti, tra cui i connazionali Umberto Moggioli e Tullio Garbari. Nel 1910, la Società di Belle Arti di Verona ha ospitato le opere di Lasta, sottolineando la sua crescente presenza nella scena artistica.
La Grande Guerra ha portato un’interruzione drammatica al percorso artistico di Lasta, con il suo arruolamento nell’esercito austro-ungarico. Tra il 1914 e il 1915, ha vissuto a Bolzano e successivamente sul fronte in Galizia. Nel 1916, il trasferimento a Wels lo ha visto coinvolto nel Kriegsgeschichtegruppe, impegnato a immortalare le gesta dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Gli anni tra il 1919 e il 1928 segnano un periodo di maturità artistica per Attilio Lasta. La sua pittura, radicata nell’osservazione del mondo reale, ha riflettuto la profondità della sua comprensione del paesaggio e della natura. Sorprendentemente, nel 1928 ha deciso di allontanarsi temporaneamente dalla pittura, intraprendendo un’impresa presso la Banca Popolare di Villa Lagarina.
Tuttavia, il richiamo irrefrenabile dell’arte ha spinto Lasta a ritornare al suo primo amore nel 1932. Questa fase successiva della sua carriera è stata segnata da una dedizione particolare alla natura morta. Ma la sua versatilità artistica è emersa anche attraverso opere di soggetto religioso, con riproduzioni impeccabili di capolavori di Raffaello, Tiziano e Batoni.
Il riconoscimento ufficiale è arrivato nel 1946, quando Attilio Lasta ha partecipato con successo alla mostra sull’Ottocento e sul Novecento italiano a Trento, presso il Castello del Buonconsiglio. Il comune di Villa Lagarina, per onorare il maestro, ha istituito nel 1972 e nel 1974 il Premio Lasta, organizzando collettive all’aperto e personali per celebrare il suo contributo straordinario.
Attilio Lasta muore il 20 gennaio 1975.
Attilio Lasta Opere – Stile e Caratteristiche
Risonanze Cromatiche: Il Viaggio Artistico di Attilio Lasta tra Divisionismo e Classicismo Novecentesco
Le prime tracce artistiche di Attilio Lasta rivelano un’adesione iniziale a una pittura tradizionale, ancorata a canoni consolidati. Tuttavia, il suo destino artistico ha subito una svolta significativa con il trasferimento a Milano, dove l’incontro diretto con il movimento Divisionista ha agito come catalizzatore per una trasformazione stilistica senza precedenti.
Negli anni successivi al suo approdo nella capitale lombarda, Attilio Lasta ha abbracciato con entusiasmo gli ideali del Divisionismo, distillando la sua visione unica in un connubio affascinante di colori e forme. La sua transizione verso questa nuova espressione artistica è stata graduale ma incessante, culminando negli anni ’10 in una completa adesione al movimento divisionista.
Nella fase matura della sua carriera artistica, compresa tra il 1919 e il 1928, ha raggiunto l’apice della sua espressione creativa. La sua pittura, ancorata all’osservazione attenta del mondo reale, ha sviluppato un linguaggio unico, intriso di suggestioni divisioniste che si manifestano in paesaggi riccamente scomposti. In questo periodo, l’artista ha donato vita a opere dal carattere prevalentemente paesaggistico, immerse in atmosfere fiabesche e sospese, prive di presenze umane ma ricche di emozioni evocate dalla scomposizione del colore.
L’evoluzione stilistica di Attilio Lasta ha attraversato fasi di abbandono temporaneo della pittura, un gesto che ha aggiunto profondità e riflessività al suo percorso artistico. Tuttavia, la chiamata irrinunciabile dell’arte ha portato l’artista a riprendere il pennello nel 1932, quando ha deciso di dedicarsi intensamente alla natura morta. Questo periodo segna una nuova tappa nella sua carriera, con la sua pittura che riflette le correnti artistiche novecentesche.
Nel contesto del periodo post-ritorno alla pittura, Attilio Lasta ha sperimentato un revival del classicismo, incorporando elementi di questa corrente artistica nelle sue opere. La natura morta, oggetto della sua attenzione artistica, diventa il terreno fertile per esplorare la raffinatezza formale e la composizione classica. Le sue tele in questo periodo sono testimonianza di una sintesi armoniosa tra la modernità delle influenze novecentesche e l’eleganza intramontabile del classicismo.
In conclusione, il percorso artistico di Attilio Lasta emerge come un viaggio appassionante, con ogni fase della sua carriera rappresentante un capitolo unico. Dalle prime incursioni nella pittura tradizionale all’immersione completa nel Divisionismo, fino alla riscoperta della natura morta attraverso le lenti del classicismo novecentesco, ha plasmato un percorso intriso di creatività, ricerca spirituale e adattamento ai mutamenti del panorama artistico del suo tempo.
Di seguito alcuni dei suoi dipinti noti:
- Meriggio sul Grostè (1912)
- Tramonto sui Crozi Rossi (1912)
- Torre a Wels (1915)
- Natura morta con pesche (1935 c.)