Il ricco patrimonio artistico di Giovanni Omiccioli si compone principalmente di dipinti e bozzetti su carta, elementi che testimoniano la sua maestria nel dare vita a espressioni artistiche uniche. Il suo lascito artistico è caratterizzato da un distintivo stile pittorico autonomo, arricchito da un linguaggio figurativo espressivo, intimo ed essenziale. Esaminare le sue opere richiede una considerazione attenta, soprattutto quando si prende in considerazione il periodo di creazione.

Le opere realizzate tra gli anni ’30 e ’40, epoca in cui l’artista romano ha raggiunto la sua piena maturità artistica, solitamente mostrano valori di mercato più elevati rispetto a quelle realizzate successivamente. È interessante notare come il suo stile abbia subito delle evoluzioni nel corso degli anni, testimoniando la sua capacità di adattarsi e crescere come artista.

Nel contesto delle opere su carta, i valori generali si collocano mediamente tra €100 e €400, riflettendo la loro accessibilità e la potenza espressiva che esse conservano. Per quanto riguarda i dipinti ad olio, le quotazioni di Giovanni Omiccioli oscillano tra €400 e €2.000, riflettendo la diversità di dimensioni, tecniche e, naturalmente, il valore artistico intrinseco.

Nel corso degli ultimi vent’anni, si è notata una tendenza negativa nei valori di mercato delle opere di Giovanni Omiccioli. Tuttavia, è cruciale sottolineare che questi valori sono indicativi e costituiscono solamente parametri generali. Un’analisi specifica e gratuita della tua opera dovrebbe essere affidata a uno dei nostri esperti dedicati al pittore.

Il record di vendita personale di Giovanni Omiccioli risale al 2006, quando un magnifico dipinto in pieno stile Scuola Romana, datato 1948 e con dimensioni di 120 x 80 cm, fu ceduto per circa €13.500. Da quel momento in poi, tuttavia, si è verificata una tendenza negativa nelle valutazioni delle opere dell’artista. Questo aspetto sottolinea l’importanza di consultare un nostro esperto per ottenere una valutazione accurata e dettagliata del tuo prezioso pezzo artistico.

Giovanni Omiccioli Valore Opere

Giovanni Omiccioli, figura di spicco nell’ambito dell’arte figurativa italiana della prima metà del XX secolo, si distingue per la sua stretta affinità con gli artisti della Scuola Romana, conferendo un ruolo di rilievo alla sua influenza nel panorama artistico del tempo. Il suo contributo, unico e distintivo, si manifesta attraverso un singolare stile pittorico autonomo, intriso di un linguaggio figurativo espressivo, intimo ed essenziale, che si discosta in modo significativo dalle correnti artistiche dell’epoca.

L’esplorazione artistica di Giovanni Omiccioli abbraccia una gamma di opere che testimoniano la sua evoluzione stilistica nel corso degli anni. Tuttavia, è tra gli anni ’30 e ’40 che l’artista raggiunge la massima maturità artistica, evidenziando la forza e l’originalità del suo linguaggio. Questo periodo si caratterizza per la creazione di opere che ancora oggi conservano una domanda costante e valori di mercato più sostenuti rispetto alle produzioni successive.

Nel contesto dei valori di mercato, è interessante notare che Giovanni Omiccioli ha attraversato un picco tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, quando il suo contributo artistico ha suscitato un notevole interesse. Tuttavia, negli ultimi vent’anni, si è verificata una tendenza decrescente nei prezzi delle sue opere, con valori attuali che si collocano a livelli significativamente più bassi.

È particolarmente rilevante distinguere tra le opere degli anni ’30 e ’40, le quali continuano a mantenere una domanda costante e valori di mercato più solidi, e quelle successive ad oggi, le quali, pur conservando la preziosa firma di Omiccioli, registrano valori più modesti sul mercato dell’arte contemporaneo. Questo contrasto riflette la varietà delle fasi artistiche attraversate dall’artista e l’impatto della sua produzione sulla percezione e sull’apprezzamento da parte del pubblico e dei collezionisti.

In conclusione, Giovanni Omiccioli emerge come una figura chiave nella Scuola Romana e nell’arte figurativa italiana del suo tempo. L’evoluzione dei valori di mercato delle sue opere nel corso degli anni riflette la complessità della sua carriera artistica e l’importanza di considerare attentamente il contesto storico e stilistico quando si valuta il contributo di questo eclettico pittore nell’attuale scenario artistico.

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La valutazione di un’opera d’arte è un processo complesso che richiede l’intervento di un esperto d’arte. Nella determinazione del possibile valore di mercato, considereremo la qualità artistica dell’opera, lo studio del soggetto rappresentato, la datazione e l’importanza dell’opera nella carriera di Giovanni Omiccioli.

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Tra le nostre recenti acquisizioni potrebbero figurare anche opere di artisti dell’Ottocento e del XX secolo italiani o di coloro che hanno contribuito significativamente all’arte in Italia.

Biografia di Giovanni Omiccioli Pittore

Giovanni Omiccioli, figura di spicco nell’ambito artistico del XX secolo, nacque il 25 febbraio 1901 a Roma, figlio di Abilio e Zelinda. La sua vita artistica ebbe inizio nell’atelier di suo padre, specializzato in imballaggi per opere d’arte, un contesto che avrebbe influenzato profondamente la sua futura carriera. Durante questi primi anni di formazione, Omiccioli ebbe l’opportunità di incontrare Scipione, noto anche come Gino Bonichi, un incontro che avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua passione per la pittura.

I suoi studi artistici lo condussero a Roma, dove entrò in contatto con i protagonisti della Scuola Romana intorno al 1928. Fu proprio attraverso Scipione che Omiccioli conobbe il grande pittore del movimento, Mario Mafai, aprendo così la strada a una fase della sua vita in cui l’arte divenne non solo una passione, ma una missione. L’11 maggio 1929, a Vercelli, Omiccioli sposò Piera Merlo, un evento che avrebbe stabilito le basi per una vita coniugale duratura e affettivamente appagante.

Le prime esposizioni di Omiccioli si svolsero nell’ambito delle Quadriennali e dei “Premi Bergamo”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante le difficoltà del periodo, Omiccioli continuò a esporre in mostre personali e collettive, dimostrando il suo impegno costante verso l’arte anche in momenti di crisi. Nel 1937, alla Galleria Apollo, tenne la sua prima mostra personale, segnando l’inizio di una serie di esposizioni che avrebbero contribuito a consolidare la sua reputazione nel panorama artistico.

Il 1940 segnò la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia, un evento che avrebbe avuto ripercussioni significative sulla sua carriera. Durante questo periodo, emerse la famosa serie degli Orti, guadagnando consensi e riconoscimenti per la sua abilità nel catturare la vita quotidiana attraverso la tela. Tuttavia, fu nel luglio del 1944 che Omiccioli dipinse una tela di denuncia memorabile, la “Fucilazione di Bruno Buozzi”, esposta alla mostra “Arte contro la barbarie” presso la Galleria di Roma. Quest’opera si distinse come una delle poche in cui le convinzioni politiche di Omiccioli trovavano espressione immediata.

Dopo la guerra, la pittura di Omiccioli attraversò una fase di profondi mutamenti stilistici, pur mantenendo saldi legami con la lezione intimista e pacata della Scuola Romana. Le esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, a partire dalla metà del XX secolo, contribuirono a garantirgli una solida affermazione nel panorama artistico internazionale.

Giovanni Omiccioli non si limitò alla pittura, estendendo la sua creatività anche al campo editoriale come illustratore di libri d’arte e come scenografo. Nel 1945, subito dopo la fine della guerra, collaborò con artisti del calibro di Mario Mafai, Renato Guttuso e Afro per progettare la prima testata de “l’Unità“, dimostrando così il suo impegno nell’intrecciare arte e impegno sociale. La partecipazione alla “Prima Mostra dell’Arte contro le barbarie” insieme a figure come Corrado Cagli, Giulio Turcato, Leoncillo e Nino Franchina testimonia la sua volontà di utilizzare l’arte come mezzo di denuncia e consapevolezza.

Le Biennali di Venezia divennero una costante nella sua carriera artistica, partecipando nel 1948, 1950, 1952, 1954 e 1956, consolidando ulteriormente la sua presenza nel panorama internazionale. Nel 1959, Omiccioli fu parte della VIII Quadriennale romana, ulteriore conferma della sua rilevanza nell’ambito artistico italiano. La sua carriera continuò con esposizioni importanti e viaggi attraverso l’Europa fino al 1975, quando si spense il 1 marzo a Roma.

Giovanni Omiccioli Opere – Stile e Caratteristiche

Il Percorso Artistico Autonomo di Giovanni Omiccioli tra Semplicità, Intimità e Critica Sociale

Giovanni Omiccioli, pur essendo profondamente legato alla Scuola Romana, ha saputo mantenere un distintivo stile pittorico autonomo, resistendo all’omologazione al movimento e sviluppando un linguaggio espressivo unico nel suo genere. Inizialmente ispirato dall’impressionismo francese e successivamente influenzato dall’espressionismo, ha attraversato un percorso evolutivo che lo ha condotto a un linguaggio artistico intimo ed essenziale.

Il suo stile pittorico si è evoluto nel corso degli anni, ma è negli anni ’40 e ’50 che ha raggiunto la sua maturità artistica, definendo e approfondendo il suo linguaggio distintivo. Giovanni Omiccioli ha abbracciato un’espressione pittorica che va oltre le influenze esterne, creando opere che trasmettono una profonda introspezione e un senso di unicità. La sua capacità di distanziarsi dall’omologazione al movimento a cui era affiliato dimostra la sua determinazione a esplorare nuove direzioni e a dare forma a un percorso artistico personalizzato.

Tra i suoi soggetti prediletti, emergono ambientazioni semplici e quotidiane, come prati, orti e partite di calcio. Questi elementi rappresentano la sua predilezione per la vita quotidiana e la sua inclinazione a ritrarre la bellezza nelle situazioni più comuni. La scelta di tali ambientazioni riflette il suo interesse per la semplicità e la genuinità, distanziandosi da rappresentazioni più complesse per abbracciare la poesia delle esperienze di tutti i giorni.

Attraverso la sua pittura, emerge chiaramente il tema della povertà sociale, una tematica che Omiccioli ha affrontato con sensibilità e impegno. Le sue opere diventano veicolo di una critica sociale implicita, un modo di portare all’attenzione del pubblico le sfide e le difficoltà che molte persone affrontano nella loro vita quotidiana. La sua capacità di trasmettere emozioni attraverso la tela sottolinea la sua profonda connessione con le questioni umane e sociali.

In sintesi, il contributo artistico di Giovanni Omiccioli si distingue per la sua capacità di mantenere un proprio stile autonomo all’interno del contesto della Scuola Romana. Attraverso un percorso di evoluzione artistica, ha sviluppato un linguaggio espressivo intimo ed essenziale, caratterizzato da soggetti semplici ma significativi.

Di seguito alcune delle sue opere più note:

1. Villa Stralh (1936)
2. Piccolo orto (1942)
3. Case sul fiume (1946)
4. Piazzale di Ponte Milvio (1948)
5. Scilla (1949/50)
6. Scalo ferroviario a Camigliatello (1950 c.)
7. La segheria (1950)
8. Osteria a Lavinio (1956)
9. Il 4 Novembre a Ustica (1957)
10. Erice (1957)

Giovanni Omiccioli Firma