
Ernesto Treccani (1920 - 2009)
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QUOTAZIONI
Le opere più ricercate dell’artista sono le sue prime opere astratte. Le quotazioni medie per i suoi dipinti vanno dai €150 ai €1000, talvolta qualche tela può superare i €3000. Le stime delle sculture di Ernesto Treccani sono simili a quelle degli oli mentre i disegni hanno valori inferiori.
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BIOGRAFIA
Nasce a Milano nel 1920. Ancora giovanissimo, fonda e dirige la rivista «Corrente», scrivendo articoli ed editoriali che, sotto l’apparenza del dissenso interno al regime, manifestano spunti polemici sempre più radicali e decisivi, nutriti di un coraggioso impegno di onestà intellettuale. Nel numero del gennaio 1940 scrive: «Quando arte sia veramente creazione e non mestiere; quando creazione sia necessariamente novità e novità d’arte, rivoluzione spirituale; allora preoccupiamoci oltreché dei mezzi di linguaggio per rivelare noi a noi stessi, per conoscere noi stessi attraverso le immagini della nostra fantasia, anche del processo civile nella sua complessità perché i rapporti del fatto arte col fatto totale siano piú chiari, per acquistarne piena coscienza»; dove l’impegno morale dell’arte si configura decisamente come assunzione di responsabilità politica e sociale.
Prime esposizioni
Nel 1940 partecipa a una collettiva del gruppo alla bottega di Corrente e nel 1943 espone con Cassinari e Morlotti alla galleria della Spiga e Corrente, filtrando le influenze dei suoi amici più maturi e i riferimenti cézanniani nella ricerca di un’essenziale immediatezza comunicativa. Scrive De Grada (1943) nella presentazione: «L’amore a Picasso, a Cézanne, a Van Gogh è naturale in un giovane intelligente. Ma c’è un sangue suo e un talento, provocato all’immagine da un sogno in forma statica eppur commossa di risentimenti cromatici, di monumentalità costruttiva e perenne facoltà di ascolto delle voci ancora impure di un Bello disperatamente lontano e suggestivo.»
Dopo la guerra
Partecipa al Premio Bergamo del 1941 e del 1942. La lotta di liberazione lo vede attivo nell’impegno clandestino e nell’emigrazione. Dopo la guerra è tra i redattori di «45», animatore, con Aimone, Chighine, Francese, Testori, del gruppo di «Pittura»; e, dal ’50, redattore di «Realismo». La sua opera, senza rinunciare alla felice e captante immediatezza che la caratterizza, si definisce in un esplicito impegno realistico ricco i implicazioni sociali. Ha presieduto la Fondazione di Corrente.