
Pericle Fazzini (1913 - 1987)
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QUOTAZIONI
Le quotazioni di Pericle Fazzini per le sculture vanno dai €2000 ai €7000. Le stime possono essere maggiori per le opere più importanti e minori per i multipli. I disegni di Pericle Fazzini hanno quotazioni medie di €200/300.
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BIOGRAFIA
Nasce a Grottammare (Ascoli Piceno) nel 1913, scultore. A Grottammare aiuta il padre, artigiano del legno, e conosce Birolli, Tomea e Soldati. A sedici anni si trasferisce a Roma, dove segue la scuola libera del disegno all’Accademia di belle arti e alla scuola degli Incurabili; sente subito il clima nuovo romano di Scipione, Mafai, Raphael e Mazzacurati, ma soprattutto è colpito dalle allucinate apparizioni del primo. Forte è l’influenza di Arturo Martini e di un romanticismo che offre libertà di mezzi e di pensiero. Si caratterizza subito come una delle personalità più vivaci del tempo per un processo che guarda anche a un certo Picasso, «di semplificazione della forma e gran scalpellate nei suoi legni, autentiche pennellate d’ombra» (Castelfranco, 1960), a conferma di quel tonalismo che si sta facendo strada allora. Lavora in uno studio Con Ziveri e vince nel 1931 il concorso per il monumento del cardinale Dusmet a Catania con La peste a Catania.
Anni '30
L’anno successivo ottiene il Pensionato artistico nazionale con il bassorilievo L’uscita dall’arca e con Donna nella tempesta, dove la tendenza al «selvaggio» viene ancora contenuta. Progressivamente aumenta un’espressività quasi animalesca che si manifesta in Donna che cammina con «un ritmo dinamico, quasi selvaggio» (Pallucchini, 1965). Espone per la prima volta con Ziveri alla galleria Sabatello di Roma e nel 1934 a Parigi con Bonnard, Desegonzace Despiau. Nella serie dei ritratti sperimenta felicemente il motivo delle braccia che si alzano e si intrecciano (Anita, Maria Pia, Valeria, 1933). Alla Quadriennale del 1935 espone due bassorilievi (La danza e La tempesta) e ottiene il terzo premio di scultura. In questa prima produzione il senso della sintesi si accoppia a soluzioni più selvagge e allucinate nelle quali spesso sembra riemergere il lessico di Scipione (le braccia alzate e le palme nello sfondo dell’ Uscita dall’arca).
Altre esposizioni
Dopo la Quadriennale perde il Pensionato. Nel 1936 esegue il bellissimo Ritratto di Ungaretti. Il problema del movimento della figura umana ritorna poi nei piú classici Giovane che declama e Danzatrice, che precedono il Ritratto di Anita in piedi, cosi vicino per sintesi plastica e semplicità a quello del poeta. Nel 1938 espone alla Biennale veneziana, l’anno successivo alla seconda mostra di “Corrente” e nel 1940 alla galleria di Roma assieme a Guttuso, Guzzi, Montanarini, Tamburi e Ziveri. Nel 1947 partecipa a Milano alla prima mostra del Fronte nuovo delle arti e l’anno dopo a Bologna a quella indetta dall’alleanza della cultura.