PLINIO NOMELLINI QUOTAZIONI
Il patrimonio artistico di Plinio Nomellini, un affascinante percorso che attraversa diversi movimenti pittorici, è ricco e variegato, costituendo principalmente una collezione di dipinti che riflettono la sua evoluzione stilistica nel corso della sua carriera. L’artista, iniziando con la pittura macchiaiola, ha abbracciato il divisionismo, il simbolismo e infine l’arte del ventennio, dimostrando una notevole versatilità e adattabilità ai contesti artistici del suo tempo.
L’approccio alle sue opere è pervaso da una poetica dei colori e da una pittura lirica che crea un armonioso connubio tra colore e forma. Questo insieme di elementi distintivi caratterizza ogni sua creazione, offrendo uno sguardo appassionante sulla sua esplorazione artistica.
La valutazione delle opere di Plinio Nomellini richiede una comprensione approfondita dei suoi diversi periodi e cambiamenti stilistici. I bozzetti e gli studi, componenti preziose del suo processo creativo, mostrano valori stimati tra €1.000 e €2.000, offrendo un’opportunità per gli appassionati collezionisti di possedere frammenti autentici del suo genio artistico.
Le opere divisioniste, considerate il culmine del suo contributo artistico, registrano valori di mercato più elevati. Nel complesso, i quadri di dimensioni ridotte oscillano tra €4.000 e oltre €8.000, mentre le quotazioni di Plinio Nomellini per le opere di medie e grandi dimensioni variano da €15.000 a oltre €70.000. I prezzi più alti sono riservati a opere di straordinaria qualità e a dipinti divisionisti di dimensioni considerevoli.
Un esempio significativo è rappresentato dal record di vendita personale di Plinio Nomellini, avvenuto nel 2017, un’opera divisionista di ottima qualità con dimensioni di 115 x 158 cm, che ha raggiunto il notevole prezzo di circa €125.000. È fondamentale sottolineare che queste cifre sono indicative e che una valutazione più approfondita è necessaria attraverso l’analisi specifica e gratuita dei nostri esperti di divisionismo e dell’artista livornese.
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QUOTAZIONI MEDIE:€15.000 - €70.000
Plinio Nomellini Prezzi e Valori di Mercato
Plinio Nomellini, una figura di rilievo nel panorama artistico dell’ultimo decennio del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo, emerge come uno dei pittori più significativi, distinguendosi soprattutto nel contesto del divisionismo sociale e del simbolismo. Nel corso del ventennio, ha mantenuto una posizione di spicco come uno dei principali esponenti pittorici del periodo. La sua presenza nelle esibizioni artistiche di grande risonanza e la sua centralità nel panorama culturale italiano confermano la sua importanza e la sua influenza nella storia dell’arte.
Il percorso artistico di Plinio Nomellini abbraccia una vasta gamma di stili, partendo dall’iniziale immersione nella pittura macchiaiola, per poi evolversi attraverso il divisionismo, il simbolismo e infine approdare all’arte del ventennio. Le sue opere sono intrise di una poetica dei colori e di una pittura lirica che crea un affascinante connubio tra colore e forma, catturando l’essenza emotiva di ogni creazione.
Nel valutare il riscontro che le opere di Plinio Nomellini hanno sul mercato, è fondamentale riconoscere la distinzione tra i suoi periodi artistici e i cambiamenti stilistici che li caratterizzano. Le opere pre-divisioniste e post-divisioniste generalmente presentano valori inferiori rispetto alle creazioni di grande qualità e dimensioni, prevalentemente di stile divisionista e simbolista, che risultano particolarmente ricercate.
Rispetto all’andamento di mercato e ai prezzi delle opere, si può osservare una stabilità generale con leggeri incrementi negli ultimi anni. Le sue opere, soprattutto quelle di notevole qualità e dimensioni, mantengono un elevato grado di richiesta, riflettendo l’interesse costante da parte dei collezionisti per il suo contributo unico all’arte italiana.
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Plinio Nomellini Vendita ed Acquisto
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Biografia di Plinio Nomellini Pittore
Plinio Nomellini, nato a Livorno il 6 agosto 1866, è una figura eccezionale nel panorama artistico italiano dell’Ottocento e del primo Novecento. La sua vita e la sua carriera artistica rappresentano un viaggio attraverso epoche e movimenti culturali significativi, che hanno plasmato il suo stile e la sua visione del mondo.
L’infanzia di Plinio Nomellini è caratterizzata da spostamenti tra Livorno e Cagliari, dove suo padre Coriolano, impiegato doganale, viene trasferito. Nel 1875, la famiglia ritorna a Livorno, dove il giovane Plinio completa gli studi elementari e si avvicina al mondo dell’arte attraverso i corsi di disegno tenuti dal pittore Natale Betti alla Scuola Comunale di Disegno. Betti, riconoscendo il talento del giovane, diventa una guida fondamentale per il pittore, lasciando un’impronta duratura sulla sua formazione.
Grazie a un assegno di studio del Comune di Livorno, Nomellini si iscrive nel 1885 all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha l’opportunità di studiare sotto la guida di Giovanni Fattori. L’insegnamento di Fattori, che mescola libertà creativa e guida ferma, contribuisce a definire la sua vocazione artistica e a consolidare la sua amicizia con il maestro. Questo legame durerà fino alla morte di Fattori nel 1907, testimoniando una profonda stima reciproca.
Gli anni fiorentini, dal 1885 al 1890, sono fondamentali per la formazione artistica del pittore toscano, durante i quali ha incontri significativi con artisti come Telemaco Signorini e Silvestro Lega. La loro influenza si riflette nelle prime opere di Plinio Nomellini, che presenta nel 1889 all’Esposizione Universale di Parigi con “Il Fienaiolo,” un’opera che segna una personale assimilazione della cultura artistica del secondo Ottocento francese.
La sua amicizia con Giuseppe Pellizza da Volpedo, iniziata nel 1888, diventa importante nel corso degli anni, documentata da una fitta corrispondenza su temi prevalentemente artistici. Nel periodo genovese, dal 1890 in poi, dipinge opere di ispirazione sociale e impressionista, come “Piazza Caricamento” del 1891, esposta alla Triennale di Brera.
Il trasferimento a Genova segna un’ulteriore evoluzione nella carriera di Plinio Nomellini, che intorno al 1899 abbraccia il simbolismo. Opere come “La Sinfonia della Luna,” esposta alla Biennale di Venezia nel 1899, rivelano un interesse crescente per l’espressione simbolica e una progressiva allontanamento dall’ambiente genovese.
Nel 1902, Nomellini si trasferisce a Torre del Lago, dove forma un cenacolo artistico con Giacomo Puccini, Lorenzo Viani e altri. Questo periodo vede una consolidazione del suo stile simbolista, manifestato in opere come “Le Lucciole,” “L’autunno latino,” e “La colonna di fumo.” Nel 1907, a Venezia, allestisce “La sala del Sogno” insieme ad artisti come Galielo Chini, Edoardo De Albertis, e Gaetano Previati. Artisti italiani e stranieri parteciparono, tra gli altri, Alberto Martini, Guido Marussig, Marius Pictor, Maurice Denis, Franz Von Stuck, George Minne, Walter Crane. Questo evento sottolinea la portata internazionale dell’influenza di Nomellini e la sua capacità di radunare artisti di diverse provenienze.
Il trasferimento a Viareggio nel 1908 segna una nuova fase nella vita di Plinio Nomellini. Qui stringe nuove amicizie con Sem Benelli e Grazia Deledda, mentre il suo talento illustrativo emerge con la collaborazione a “La Riviera Ligure” tra il 1901 e il 1904. Gli anni a Viareggio vedono un’evoluzione stilistica verso un fauvismo più dinamico, caratterizzato da un intenso dinamismo cromatico. L’artista, nel corso degli anni, affina il suo stile, abbracciando un’espressione pittorica che oscilla tra un dinamismo cromatico fauvista e un decorativismo più elegante.
Nel 1919, Nomellini si trasferisce a Firenze, al Poggio Imperiale, da cui parte per frequenti viaggi, soggiorni a Capri, Quercianella, e soprattutto, a Marina di Campo, nell’Isola d’Elba, dove ha uno studio dal 1927. Questo periodo vede una profonda riflessione sulla sua pittura, con esplorazioni simboliste e una crescente adesione all’ideologia risorgimentale, influenzata dall’incontro con Giovanni Pascoli nel 1903.
Plinio Nomellini, oltre a dipingere, intraprende l’attività di illustratore tra il 1901 e il 1904, collaborando a “La Riviera Ligure” con immagini di alto valore decorativo e poetico. Negli anni successivi, il suo talento illustrativo converge sempre più sull’opera dipinta, contribuendo a definire uno stile che si sviluppa attraverso diverse fasi.
Nonostante le commissioni pubbliche durante gli anni del fascismo e una diffusa immagine promossa attraverso la propaganda, Nomellini non ottenne una fortuna duratura come pittore ufficiale. La sua produzione successiva, spesso trascurata dalla critica, mostra un desiderio di emergere e di affermarsi in un contesto culturale più ampio.
Negli ultimi anni della sua carriera, continuò a dipingere opere di alta qualità pittorica, sostenute da un talento cromatico straordinario. Tuttavia, il carattere prevalentemente decorativo di molte di queste opere sembra aver contribuito a isolare l’artista da un circuito culturale più ampio, impedendo la piena comprensione della sua eredità artistica.
Plinio Nomellini si spense a Firenze l’8 agosto 1943.
Plinio Nomellini Opere – Stile e Caratteristiche
Viaggio attraverso il Divisionismo, il Simbolismo e il Dinamismo Cromatico di Plinio Nomellini
Inizialmente, la formazione di Plinio Nomellini con il pittore Giovanni Fattori lo avvicinò alla corrente macchiaiola, improntata alla rappresentazione della luce e della vita quotidiana. Successivamente aprì le porte dell’Impressionismo francese, sperimentando inizialmente con uno stile divisionista, intriso di puntinismo. Questo periodo si caratterizzò per una particolare attenzione alla divisione dei colori e alla creazione di immagini attraverso la disposizione di piccoli punti.
Pur mantenendo legami con il puntinismo, sviluppò presto un approccio personale, distaccandosi da etichette artistiche predefinite. Il punto di svolta si manifestò intorno al 1902, quando nelle sue opere emersero chiare influenze simboliste. Plinio Nomellini abbracciò la simbologia, allontanandosi progressivamente dalla rigidità del divisionismo. È interessante notare come il pittore potesse percepire il divisionismo non solo come una tecnica innovatrice, ma come uno strumento utile a potenziare l’efficacia comunicativa di un’immagine, conferendole un valore sociale o un significato ideale e poetico.
Le opere di Plinio Nomellini sono caratterizzate da soggetti intimi e affettivi, riflettendo un profondo senso del colore e delle tendenze estetiche e filosofiche del suo tempo. Insieme a Giuseppe Pellizza da Volpedo e Angelo Morbelli è considerato uno dei più grandi esponenti del divisionismo sociale. La sua pittura assume una dimensione poetica dei colori e una liricità che traspare attraverso la fusione armoniosa tra colore e forma.
Durante gli anni trascorsi a Viareggio, l’arte di Plinio Nomellini subì un’ulteriore evoluzione, abbracciando un dinamismo cromatico convulso, anticipando in qualche modo il fauvismo. Il segno-colore nelle sue opere stravolge emotivamente il soggetto, portando a risultati di intensità espressiva o di elegante decorativismo. La natura, raffigurata in modo immersivo e ricco di sfumature, diventa il palcoscenico di questa fusione tra colore e forma.
Negli ultimi anni della sua carriera, continuò a produrre opere di elevata qualità pittorica, caratterizzate da una fragile sostanza poetica, ma sostenute dal suo straordinario talento cromatico. Il suo percorso artistico si concluse con un lascito di dipinti che testimoniano la sua maestria nel tradurre emozioni e concetti in una tavolozza vibrante e suggestiva.
Di seguito alcuni dei suoi dipinti più noti:
- Verso sera (1891)
- Bambina (1910)
- Piccolo Bacco (1910)
- Fiori agli eroi (1910/12)
- Mezzogiorno in giardino (1912)
- Ritratto di Grazia Deledda (1914)
- Calzette nere (1918)
- Giovinetta con anfora (1920 c.)
- Passeggiata nel parco (1920 c.)
- A Capri (1922)
- Incipit Nova Aetas (1924)
- Le rose di Poggio Imperiale (1927)
- Il polledro (1931)
- La nave corsara
- Primavera fiorentina
Plinio Nomellini Firma
