
Ennio Morlotti (1910 - 1992)
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QUOTAZIONI
Gli oli su tela o su cartone Ennio Morlotti hanno quotazioni dai €2000 ad oltre i €15.000. Il valore dei dipinti dipende dalla datazione, dalla grandezza e dal soggetto. I quadri più ricercati del pittore sono le tele degli anni ’50 di grandi dimensioni. Le quotazioni di Ennio Morlotti per i disegni su carta sono in media di €500/2000.
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BIOGRAFIA
Nasce a Lecco nel 1910; pittore. Nel 1936-1937 frequenta l’Accademia di belle arti di Firenze e trascorre un breve periodo a Parigi. Nel 1939 entra all’Accademia di Brera e si trasferisce a Milano, dove partecipa al movimento di «Corrente»; ma, a differenza del nucleo storico del gruppo, non guarda tanto a Gauguin, Van Gogh e gli espressionisti, quanto a Cézanne e Picasso, innestando questi riferimenti su un tonalismo e un senso della materia che lo avvicinano a Morandi. Partecipa al Premio Bergamo del 1941 e 1942 con figure e nature morte di perentoria e matura originalità espressiva, ottenendo un premio. De Micheli (1942) definisce lucidamente i caratteri fondamentali della sua pittura: «Ogni colore si distende lento, duro, per non disperdere in una diffusione rapida motivi unici. La materia si coagula in larghi strati, alta, rugosa; l’emozione resta prigioniera disperata, senza voli, senza dolcezze.»
Affermazione...
Per lui il cubismo è l’insegnamento più alto dell’ultima pittura, ma un insegnamento che va integrato con la tempera di Guernica, «il Picasso più forte, più emozionato ed eroico, il Picasso che rende al mondo la sua statura senza effusioni né paradisi», e ne sottolinea il carattere «greco», inteso come ricerca di «un segno denso e saldo appoggiato sulla compagine di un colore senza intemperanze». Nel 1943 espone alla galleria della Spiga e Corrente con Cassinari e Treccani; in catalogo De Grada individua la «precisa volontà di questo pittore che può andare molto lontano perché ha scoperto il segreto della nascita della forma nel disegno operoso e nell’impasto lungamente meditato e incontentabile».
Da protagonista...
II carattere esistenziale e storico, più che lessicale, del riferimento picassiano stato chiarito dallo stesso Morlotti (1946): «Con Guernica abbiamo cominciato a voler vivere, a uscire di prigione, a credere nella pittura e a noi, a non sentirci soli, aridi, inutili, rifiutati; a capire che anche noi pittori esistevamo in questo mondo da fare, eravamo uomini in mezzo agli uomini, dovevamo ricevere e dare.» Partecipa alla Resistenza. Nel dopoguerra aderisce al Fronte nuovo delle arti e poi al Gruppo degli otto. Espone nelle più importanti mostre nazionali e internazionali definendosi come un protagonista della cultura artistica contemporanea.