Giorgio Morandi.

Giorgio Morandi (1890 - 1964)

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BIOGRAFIA

Nasce a Bologna nel 1890, muore nel 1964; pittore. Allo scadere degli anni Venti, Morandi è in rapporti, da un lato, con il Novecento italiano (espone alla I e II Mostra di Milano e a Basilea nel 1930), dall’altro, con gli uomini di Strapaese, poiché collabora con di- segni e incisioni a «L’Italiano» di Longanesi e «ll Selvaggio» di Maccari. Il 1927 segna l’inizio della «grande stagione di Morandi acquafortista» (L. Vitali, 1957) che gli vale, nel 1928, l’invito a ricoprire la cattedra di incisione presso l’Accademia di belle arti di Bologna. Nonostante i contatti di cui si è detto, la poetica novecentista rimane profondamente estranea a Morandi che prosegue sulla sua strada, imboccata con sicurezza fin dagli anni Dieci. E le opere degli anni Trenta sono ancora nature morte e paesaggi, in una continuità che reca sempre in sé la capacità di rinnovamento. 

Fra il 1930 e il 1932 gli oggetti sono pochi e radi, dai confini incerti e dal colore spesso e corposo (Natura morta con conchiglie e fruttiera, 1931, la sfilata di bottiglie di Natura morta, 1932): è il periodo del «dramma materico» (F. Arcangeli, 1964) che sfiora la pittura gestuale nei Paesaggi del 1934. È questo un anno importante: dopo i primi riconoscimenti da parte della Sarfatti (1930) e di Soffici (1932), R. Longhi gli rende omaggio nella sua prolusione Momenti della pittura bolognese, aprendo la strada agli interventi della critica ufficiale. Nella seconda metà degli anni Trenta gli oggetti si infittiscono e si affastellano, i colori si fanno più forti e vivaci, con l’introduzione dei rossi e dei blu: sono le grandi e complesse composizioni del 1935-38. Il decennio si chiude con il riconoscimento ottenuto da Morandi per la sala alla II Quadriennale romana (vince il secondo premio) e con la prima monografia che A. Beccaria gli dedica nello stesso 1939.

Bibliografia: ANNITRENTA - a cura del Comune di Milano



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