
Marino Marini (1901 - 1980)
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MARINI QUOTAZIONI
Marino Marini, conosciuto per le sue sculture, è uno degli artisti italiani con le quotazioni più elevate. Le sue sculture uniche possono valere dai €8000 ad oltre i €1.000.000 in base ad alcuni fattori. Il record di vendita dell’artista è di oltre i €4.000.000. I disegni e i bozzetti in linea di massima hanno quotazioni dai €1000 ad oltre i €100.000.
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BIOGRAFIA
Nasce a Pistoia nel 1901, muore a Viareggio (Lucca) nel1980; scultore. Si è ormai detto anche troppo del legame culturale e affettivo di Marini con l’arte etrusca per parlarne diffusamente: ci limiteremo a osservare che, proprio sullo scadere degli anni Venti, si situa la terracotta Il popolo, che richiama la struttura compositiva dei sarcofaghi di Chiusi e Cerveteri. In ogni modo, non ci si può fermare a questa sola radice culturale; per Marini, come per altri artisti suoi contemporanei, si tratta di rispondere a un piú generale richiamo del passato, al fascino del mito
Cavalieri
Tanto è vero che, per quanto riguardai famosi Cavalieri, bisogna riferirsi a una dichiarazione dell’artista a proposito del viaggio in Germania compiuto nel 1934 e dell’impressione ricevuta dai gotici cavalieri di Bamberga, «nati in un mondo di fiaba, lontano da noi» (da un’intervista rilasciata a M. Venturoli nel 1966). II recupero della poetica dell’arcaismo reca, come conseguenza sul piano tecnico-stilistico, la scelta a favore del sintetismo: è proprio intorno alla metà degli anni Trenta che nascono i prototipi per le successive, numerosissime, variazioni sul tema: figure intense, ridotte ai loro tratti essenziali, come il bellissimo Cavaliere (1936) e la Pomona sdraiata (1935).
Anni '30
Succeduto ad Arturo Martini nella cattedra di scultura alla Scuola d’arte di Monza (che lascerà nel 1940, per passare all’Accademia di Brera), Marini, come aderente al gruppo Novecento toscano, partecipa alla II Mostra del Novecento (1929) e alle successive che il movimento organizza all’estero (Nizza, 1929; Berna e Basilea, 1930; Stoccolma, 1931). Nel 1932 collabora con Achille Funi all’allestimento della sala C presso la Mostra del decennale, eseguendo la statua L’Italia armata. Dei suoi rapporti con gli altri esponenti del mondo artistico dell’epoca rimane testimonianza in una serie di ritratti degli anni Trenta, tra cui ricordiamo quelli di Magnelli, Borra, Funi, Melotti e del critico Lamberto Vitali. e nell’adesione al Manifesto, apparso ne «L’Ambrosiano» (1934), firmato da un folto gruppo di artisti, tra cui Carrà, Funi e Sironi.
Bibliografia: gli ANNITRENTA - a cura del Comune di Milano
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