Novecento (Gruppo artistico)
Il Novecento, nato a Milano alla fine del 1922, rappresenta un capitolo significativo nella storia dell’arte italiana. Questo movimento artistico fu inaugurato da un distinto gruppo di sette pittori visionari, tra cui spiccano nomi come Mario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Pietro Marussig e Ubaldo Oppi. Questi talentuosi artisti, forgiando le loro prospettive sotto il patrocinio della prestigiosa Galleria Pesaro di Milano, si unirono sotto l’emblema del “Novecento,” dando vita al movimento noto come gli “Artisti del Novecento.”
L’intento primario di questo collettivo era intriso di un desiderio profondo di riconnettersi con la tradizione pittorica antica, ponendosi come reazione decisa alle “stravaganze e eccentricità” delle correnti avanguardistiche dell’epoca. In un contesto artistico dominato da sperimentazioni e rivoluzioni stilistiche, gli Artisti del Novecento abbracciarono un ritorno alle radici, cercando ispirazione nelle forme e nei canoni classici.
La Galleria Pesaro, con il suo sostegno generoso, fu una fucina di idee e catalizzatore per l’affermazione di questo movimento. La sinergia tra gli artisti, guidati dalla volontà comune di ridefinire l’identità artistica italiana, si manifestò attraverso opere che abbracciavano la maestria tecnica e la riflessione sulla storia dell’arte. Le creazioni degli Artisti del Novecento si distinsero per la loro capacità di unire la modernità degli anni ’20 con un omaggio sentito alle radici classiche.
In definitiva, il movimento del Novecento non solo segnò una fase di ribellione artistica, ma anche una riflessione profonda sull’evoluzione dell’arte e della società. La sua eredità si perpetua attraverso le opere di questi sette maestri, che, con il loro impegno per la tradizione e l’innovazione ponderata, hanno lasciato un’impronta duratura nel panorama artistico italiano del XX secolo.
Storia del Novecento movimento artistico
Il Novecento si distinse in modo significativo nel panorama artistico italiano, segnando una fase di transizione e di “ritorno all’ordine” dopo l’effervescente periodo di sperimentazioni avanguardistiche, particolarmente incarnate dal Futurismo. Questo movimento, che ebbe il suo nucleo pulsante a Milano, abbracciò un nuovo ideale estetico, ponendo come supremo riferimento l’antichità classica, la purezza delle forme e l’armonia nella composizione. In questa prospettiva, il Novecento si configurò come una sorta di Neoclassicismo semplificato, affrontando una riflessione profonda sulla tradizione artistica e la sua relazione con la modernità.
L’ufficializzazione del movimento avvenne nel 1923 con una mostra tenutasi a Milano, dove emerse la figura di Benito Mussolini come uno dei relatori di spicco. Questo evento segnò l’inizio di una nuova fase artistica, in cui il gruppo di artisti del Novecento si pose come punto di riferimento per un’arte che mirava a riscoprire la grandezza delle epoche classiche. L’esposizione alla Biennale di Venezia nel 1924 consolidò ulteriormente la presenza del movimento, occupando una galleria dedicata, con l’eccezione di Ubaldo Oppi, il quale espose le sue opere in una galleria separata.
Il successo riscosso a Venezia sostenne l’entusiasmo intorno al movimento, e Margherita Sarfatti, influente critico d’arte, decise di potenziare ulteriormente l’importanza del Novecento. Nel 1926, organizzò una mostra ambiziosa presso la Permanente di Milano, coinvolgendo ben centodieci artisti. Questo evento divenne un crocevia cruciale per il panorama artistico italiano, con la partecipazione di figure di spicco come Carrà, De Chirico, Morandi, Martini, Balla, Depero e Severini, tutti uniti nell’adesione al movimento del Novecento.
Esposizioni
Le principali esposizioni del movimento Novecento includono:
– 1923: Esposizione nella Galleria Pesaro di Milano
– 1924: Biennale di Venezia con la denominazione di “Sei artisti del Novecento”
– 1926: Prima esposizione alla Permanente di Milano con centodieci artisti
– 1926: Mostra Novecento italiano a Parigi
– 1927: Mostra Novecento italiano a Ginevra.
– 1929: Mostra Novecento italiano alla Permanente di Milano.
– 1929: Mostra al Museo Rath.
– 1930: Mostra Novecento italiano a Buenos Aires
– 1931: Prima Quadriennale di Roma
-1931: Mostra Novecento italiano ad Helsinki
Artisti Novecento (movimento artistico)
Artisti Fondatori
Gli artisti fondatori del movimento Novecento sono:
1. Mario Sironi
2. Achille Funi
3. Leonardo Dudreville
4. Anselmo Bucci
5. Gian Emilio Malerba
6. Pietro Marussig
7. Ubaldo Oppi
Ulteriori Artisti che aderirono al Movimento
Altre figure artistiche importanti che aderirono o che hanno esposto nelle mostre del movimento includono:
- Giacomo Balla
- Carlo Bonacina
- Pompeo Borra
- Massimo Campigli
- Alberto Cangialosi
- Amerigo Canegrati
- Aldo Carpi
- Carlo Carrà
- Felice Casorati
- Giovanni Costetti
- Cristoforo De Amicis
- Giorgio de Chirico
- Raffaele De Grada
- Fortunato Depero
- Filippo De Pisis
- Antonio Donghi
- Ercole Drei
- Oscar Ghiglia
- Virgilio Guidi
- Achille Lega
- Osvaldo Licini
- Umberto Lilloni
- Mino Maccari
- Onofrio Martinelli
- Arturo Martini
- Guido Marussig
- Francesco Messina
- Giuseppe Montanari
- Giorgio Morandi
- Renato Paresce
- Siro Penagini
- Emanuele Rambaldi
- Ottone Rosai
- Oscar Saccorotti
- Alberto Salietti
- Gino Severini
- Ardengo Soffici
- Arturo Tosi
- Mario Tozzi
- Guido Trentini
- Francesco Trombadori
- Adolfo Wildt
Le Opere del Novecento Gruppo artistico
Le creazioni artistiche che emergono dal movimento Novecento si distinguono per la loro marcata predilezione per forme plastiche e geometriche, tracciando un percorso estetico che si snoda attraverso la celebrazione dei ritratti, delle nature morte e dei paesaggi. Questo movimento artistico, fondato sulla ricerca di un linguaggio visivo distintivo, esplora l’arte attraverso la lente di una geometria stilizzata e forme plastiche che conferiscono alle opere una personalità unica.
Nella vasta gamma di opere prodotte dal Novecento, emergono ritratti che catturano l’essenza dell’individuo in maniera intensa e raffinata. Le nature morte, mediante la disposizione ordinata di oggetti, offrono uno sguardo contemplativo sulla bellezza intrinseca della quotidianità. I paesaggi, invece, si svelano attraverso una visione stilizzata della natura, dove forme geometriche delineano colline, alberi e cieli con una precisione sorprendente.
Lo stile distintivo del Novecento si manifesta attraverso una durezza espressiva che conferisce alle opere una carica emotiva intensa. Le iconografie, pur nella loro semplicità, emanano una solennità e un carattere monumentale che trasmettono un senso di importanza e grandezza. È in questo equilibrio tra la sobrietà delle forme e la monumentalità delle espressioni che il Novecento trova la sua firma artistica, trasmettendo un linguaggio visivo unico e inconfondibile.
Attraverso questa esplorazione estetica, il movimento Novecento non solo offre uno sguardo approfondito sulla società e sulla cultura del suo tempo, ma stabilisce anche un ponte tra la tradizione e la modernità. Le opere, intrise di un’essenza geometrica e di una rigidezza espressiva, si collocano come testimonianze tangibili di un periodo in cui gli artisti cercavano di definire una nuova identità visiva, rispondendo alle sfide del presente senza perdere di vista le radici del passato.
Il loro Stile
Il fondamento ideologico del Novecento italiano affonda le sue radici nei periodi d’oro dell’arte italiana, soprattutto nel Quattrocento e nel Cinquecento. Questo approccio, in sintonia con i principi del Ritorno all’Ordine, deliberatamente escludeva qualsiasi influenza delle Avanguardie storiche, preferendo invece un ritorno agli ideali e all’estetica dell’arte classica.
La peculiarità del panorama artistico del Novecento italiano risiedeva nella mancanza di uno stile uniforme e codificato tra gli artisti che partecipavano alle sue mostre. Questi talentuosi creatori provenivano da varie esperienze formative e non erano legati da vincoli generazionali o ideologici. In sostanza, il Novecento italiano non si reggeva su un programma artistico rigido, ma fungeva piuttosto da collante per anime diverse di estrazione tradizionalista.
Una prospettiva figurativa dominante si rifletteva nell’articolazione del Ritorno all’Ordine che caratterizzò il periodo immediatamente successivo alla Prima Guerra Mondiale. Le opere esposte spaziavano attraverso temi intrinsecamente legati alla tradizione, come ritratti, paesaggi e nature morte. Gli artisti del Realismo magico, della Metafisica e altri autori isolati, pur condividendo uno spirito d’iniziativa comune, contribuivano a creare un mosaico ricco di espressioni artistiche all’interno del Novecento italiano. Questa diversità di prospettive e approcci conferiva al movimento un carattere dinamico e sfaccettato, trasformandolo in una cornice vibrante e ricca di sfumature.
Gruppo Novecento e Ritorno all’ordine
Alla conclusione della Prima Guerra Mondiale, un’enigmatica tendenza emerse in Europa, mirando a superare le audaci sperimentazioni delle Avanguardie storiche che avevano dominato il panorama artistico del primo Novecento. Questa corrente, nota come Ritorno all’Ordine, si distinse per un netto rifiuto delle Avanguardie presenti fino al 1918, imponendo invece un ritorno deciso alle radici della tradizione e della storia.
In questo contesto, la riscoperta del classicismo si pose come elemento cardine, ma ancor più significativa fu la ri-emergenza della figurazione di stampo tradizionale, arricchita da toni aulici. Gli artisti coinvolti in questo movimento condividevano un comune denominatore: la predilezione per un’arte figurativa spesso ispirata al neo-classicismo.
Il Ritorno all’Ordine non si limitò a un mero revival del passato; al contrario, fu un’articolata dichiarazione di intenti volta a ristabilire un legame profondo con la tradizione artistica preesistente. La figura umana, i paesaggi e le nature morte ritornarono a essere protagonisti, come se l’arte dovesse ritrovare la sua essenza nei canoni classici.
In questo contesto, la figurazione assumeva contorni neo-classicisti, evocando epoche passate con un tocco contemporaneo. Le opere risultanti da questa corrente rivelavano un’armoniosa fusione tra il rispetto per la storia e un desiderio di reinterpretazione, creando così un dialogo affascinante tra antico e moderno. Il Ritorno all’Ordine non solo simboleggiò una reazione alle Avanguardie, ma si trasformò in un movimento che, attraverso la sua adesione ai canoni classici, plasmò un nuovo linguaggio artistico in cui storia e contemporaneità si intrecciavano in un connubio suggestivo e fecondo.
Il concetto di “Ritorno all’Ordine” incarnava il rifiuto netto delle sperimentazioni delle Avanguardie artistiche, a favore di linguaggi artistici intrisi di storia e figuratività. Questa corrente, particolarmente evidente in Italia con il movimento Novecento, abbracciava l’antichità classica come fonte d’ispirazione primaria. Il gruppo artistico originario, affiliato alla galleria di Lino Pesaro, si distingueva per la sua promozione di uno stile caratterizzato da forme figurative semplificate, ordinate attraverso strutture compositive armoniche.
Questo movimento andava oltre la mera ricerca estetica; esso incarnava un ritorno deliberato alla tradizione, una riaffermazione dei valori artistici che caratterizzavano il passato. Gli artisti del Novecento italiano, influenzati da questo ideale, svilupparono opere che trasmettevano un senso di ordine e chiarezza, rinunciando alle eccentricità delle Avanguardie.
Il nucleo centrale del movimento era strettamente legato alla riscoperta dell’antichità, dove le forme figurative venivano adottate e adattate in modo da esprimere una nuova visione contemporanea. La galleria di Lino Pesaro, nel suo ruolo di catalizzatore culturale, fungeva da crocevia per artisti determinati a plasmare un linguaggio artistico che potesse dialogare con la storia senza perdere di vista l’innovazione.
In questa prospettiva, il Novecento italiano diventò un faro di coerenza estetica, un movimento che, seppur ancorato nelle radici classiche, era capace di reinterpretare e reinventare le forme antiche in un contesto moderno. Questa volontà di coniugare passato e presente dava vita a un dialogo artistico ricco e complesso, in cui le forme figurative diventavano veicolo di una narrazione che attraversava i secoli, unendo l’antico al contemporaneo in un armonioso connubio di espressione artistica.
Architettura e Letteratura
Il movimento Novecento ha avuto un impatto significativo non solo nelle arti figurative ma anche nella letteratura e nell’architettura. Ecco alcuni sviluppi correlati:
Letteratura:
- Massimo Bontempelli
Architettura:
- Pietro Aschieri
- Armando Brasini
- Mario De Renzi
- Giovanni Muzio
- Marcello Piacentini
- Giò Ponti
- Paolo Mezzanotte
- Innocenzo Sabbatini
All’interno di un quadro più esteso, la denominazione “Novecento” può essere allargata per abbracciare l’intero arco temporale di due decenni in Italia, delineando un periodo intriso di un neoclassicismo semplificato. Questa peculiare tendenza si manifesta in modo tangibile attraverso una riconsiderazione dell’architettura moderna, sottolineata da un’interpretazione di matrice monumentalistica.
Questo periodo in Italia, estendendosi su un ventennio, si caratterizza per una profonda immersione nei canoni del neoclassicismo, che a sua volta si traduce in un’espressione semplificata e raffinata. Questo stile, seppur ancorato al suo contesto temporale, non si limita a una mera riproduzione del passato, ma rappresenta piuttosto una reinterpretazione consapevole, incorporando elementi neoclassici in un contesto moderno.
L’architettura del periodo, influenzata da questo approccio, si distingue per la sua capacità di fondere linee pulite e forme geometriche con un’impronta monumentale. Questo non solo incarna un omaggio al passato classico, ma suggerisce anche una visione di grandiosità e solennità propria dell’epoca. Le opere architettoniche del Novecento in Italia spesso si configurano come vere e proprie testimonianze di un neoclassicismo rinnovato, contraddistinto da una chiara predisposizione verso la semplificazione delle forme.
La reinterpretazione dell’architettura moderna attraverso una lente neoclassica si traduce in una sorta di dialogo temporale, dove il passato si fonde in armonia con il presente. Questa sintesi monumentalistica non solo definisce il periodo Novecento in Italia, ma contribuisce anche a plasmare l’identità estetica e culturale di un’epoca che cerca di coniugare tradizione e innovazione in un affascinante connubio architettonico.
La fine del Gruppo Novecento
Con l’avvento delle leggi razziali in Italia, la figura chiave del movimento Novecento italiano, Margherita Sarfatti, di origine ebraica, fu costretta a fuggire all’estero. Questo evento segnò un punto di svolta significativo e simbolico, portando alla conclusione drammatica dell’esperienza del Novecento italiano.
L’ombra delle leggi razziali e il conseguente esilio di Sarfatti non solo interruppe la sua partecipazione diretta al movimento, ma contribuì anche a gettare un’ombra oscura sulla continuità e la coesione del gruppo. Nel 1943, in concomitanza con il complicato periodo storico dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, il Novecento italiano si sciolse formalmente. Questo scioglimento rappresentò non solo la fine di un’era artistica e culturale ma anche il riflesso delle profonde e tumultuose trasformazioni che caratterizzarono il contesto italiano in quel periodo critico.