Il Divisionismo
Il Divisionismo è non solo una tecnica pittorica, ma anche un movimento culturale e artistico. Il divisionismo è emerso come fenomeno nella pittura post-impressionista e si presenta come uno stile che va oltre le regole convenzionali accademiche, segnando un importante passo verso il cambiamento nel campo dell’arte. Questo movimento si distingue come un importante fenomeno culturale nella modernità italiana, testimone delle trasformazioni in atto nell’arte e nella società del tempo.
La Storia del Divisionismo in Italia
Il divisionismo si presenta come una molteplicità di concetti intrinsecamente legati alla sua storia. Nasce verso la fine del XIX secolo, all’inizio degli anni ’90, prendendo ispirazione dal puntinismo francese e ereditando le influenze dello stile impressionista. Quest’ultimo, già segno di un passo avanti verso la modernità e il cambiamento, viene ulteriormente sviluppato attraverso nuove tecniche e uno stile distintivo, poiché l’impressionismo aveva già esaurito il suo impatto innovativo.
Sebbene vi siano precedenti dipinti che mostrano Giovanni Segantini iniziare ad esplorare questa tecnica già nel 1886, il vero debutto del movimento avviene nel 1891, durante la I Triennale dell’Accademia di Brera a Milano. Gaetano Previati, Angelo Morbelli e lo stesso Segantini presentano le prime opere in stile divisionista, senza aver previamente coordinato i loro sforzi. Questi dipinti, ancora in una fase embrionale, rappresentano un’idea nascente, un concetto in evoluzione e un fenomeno in divenire, piuttosto che uno stile rigoroso definito.
Questo momento segna l’inizio di una sperimentazione più ampia e di un’intensa riflessione sull’uso del colore e della luce, che avrebbe caratterizzato ulteriormente il movimento divisionista nei decenni successivi.
Il critico d’arte Vittore Grubicy de Dragon, affascinato dalla potenziale rivoluzione artistica del Divisionismo, decide di abbracciarlo attivamente e di promuoverlo con fervore. Consapevole della sua importanza storica e artistica, Grubicy de Dragon intraprende un’audace campagna di sponsorizzazione e promozione della tecnica divisionista. Si dedica alla ricerca di nuovi talenti, incoraggiando giovani artisti a sperimentare e adottare questa nuova modalità espressiva. La sua passione contagiosa per lo stile divisionista lo spinge persino a cimentarsi personalmente nella pittura, diventando così un esponente attivo del movimento.
Tra gli artisti che si uniscono per primi al fervore di Grubicy de Dragon, spiccano figure di rilievo come Emilio Longoni, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, e lo stesso Grubicy, il quale nutre un amore profondo per questa nuova forma di espressione. Per diffondere ulteriormente l’arte divisionista, i fratelli Grubicy, Vittore e Alberto, decidono di aprire una galleria d’arte dedicata esclusivamente alla promozione di questi talentuosi artisti e alla vendita delle loro opere. La galleria diventa un punto di riferimento per gli amanti dell’arte e un centro di incontro per gli artisti emergenti.
Con un impegno instancabile, i Grubicy organizzano una serie di mostre che mettono in luce il fascino e la complessità del Divisionismo, attirando l’attenzione non solo del pubblico italiano, ma anche di quello internazionale. Attraverso queste esposizioni, il movimento divisionista si afferma sempre di più come protagonista dell’arte del XX secolo, influenzando profondamente il panorama artistico dell’epoca.
Il movimento si diffonde rapidamente in varie regioni italiane, ciascuna delle quali contribuisce con la propria interpretazione unica del divisionismo. Tuttavia, nonostante le variazioni regionali, rimane una coerenza nel fondamentale approccio alla scomposizione del colore in punti o filamenti e all’uso della luce come elemento centrale delle opere divisioniste. Questa coesione concettuale conferisce al movimento una forza unificante, pur consentendo una vasta gamma di espressioni artistiche.
Uno degli eventi di maggior rilievo nel percorso del movimento divisionista si manifesta nel 1907, quando i fratelli Grubicy, ferventi sostenitori dell’arte divisionista, organizzano una mostra di grande prestigio a Parigi. Intitolata “I Pittori Divisionisti Italiani”, questa mostra si svolge nella rinomata via Avenue de Marigny n. 29, e si tiene nel corso dei mesi di settembre e ottobre dello stesso anno.
Dopo il periodo più iconico del Divisionismo, compreso tra il 1891 e gli anni ’10 del XX secolo, si è assistito a una seconda generazione di artisti divisionisti che hanno continuato a lavorare con questa tecnica e questo stile, seppur allentando gradualmente il legame con le tematiche originali del movimento. Questi successori hanno abbracciato principalmente lo stile divisionista, piuttosto che perseguire attivamente gli ideali e i concetti che avevano dato vita al fenomeno.
Le opere di questa seconda generazione di artisti divisionisti hanno incontrato un’accoglienza meno entusiastica da parte dei critici, e gradualmente si è affievolito l’interesse e l’attrazione verso questa tecnica pittorica. Tra gli anni ’10 e gli anni ’30 del XX secolo, sono emersi altri pittori che hanno continuato a praticare il Divisionismo, ma la tendenza ha subito un progressivo declino, fino a giungere quasi all’abbandono totale della tecnica.
Verso la fine degli anni ’30, il Divisionismo ha perso la sua rilevanza e il suo appeal, segnando così la fine del movimento. Come accade per molti fenomeni artistici, il divisionismo ha seguito il suo corso naturale, brillando intensamente per un periodo di tempo determinato prima di raggiungere la sua conclusione. Questo ciclo di nascita, sviluppo e declino è il destino comune di ogni movimento artistico, una testimonianza della naturale evoluzione e mutevolezza dell’arte nel corso della storia.
Divisionismo Italiano Arte
Divisionismo Caratteristiche: Tecnica, Stile e Soggetti
Esplorare le molteplici sfaccettature dello stile e delle tecniche del Divisionismo è un’impresa complessa, poiché questo fenomeno artistico si è sviluppato in una varietà straordinaria, con ogni artista che ha contribuito con la propria interpretazione unica. Nonostante una certa coerenza stilistica nella tecnica pittorica, spesso non vi è stata uniformità nei temi, nell’iconografia e nelle ideologie che sottendono alle opere dei divisionisti.
Il Divisionismo, come tecnica pittorica, si basa fondamentalmente sulla scomposizione dei colori in punti o filamenti, un’approccio che consente di rappresentare il reale attraverso l’uso di tratti e filamenti di colore distinti. Tuttavia, ciò che caratterizza davvero il divisionismo è l’accentuato uso della luce naturale, che diventa un elemento centrale dell’opera, contribuendo a creare profondità e dinamismo.
La tavolozza pittorica del Divisionismo si è notevolmente arricchita nel corso del tempo, con l’introduzione di nuove tonalità di colore che hanno ampliato le possibilità espressive degli artisti. Accanto ai tradizionali colori primari e secondari, sono emerse sfumature più sofisticate, come il viola, il giallo “cromo” e il verde “viridiano”, aggiungendo una nuova vivacità e intensità alle opere divisioniste.
Quanto ai temi preferiti dai divisionisti, emergono diverse tendenze. Alcuni artisti sono affascinati dal paesaggio, dando vita a opere caratterizzate da un forte naturalismo. Personaggi come Giovanni Segantini e Carlo Fornara sono celebri per le loro rappresentazioni delle maestose vette alpine, immerse in una luce cristallina che conferisce loro un senso di sacralità e grandiosità.
In altre regioni, come la Liguria, il paesaggio marino diventa il protagonista, con colori vividi e atmosfere suggestive che catturano l’essenza della costa mediterranea.
Allo stesso modo, vi sono artisti che si concentrano sulla figura umana, creando opere di forte impatto emotivo e sociale. Molti di loro ritraggono scene di vita quotidiana, spesso con uno sguardo critico alle disuguaglianze e alle ingiustizie della società dell’epoca. Altri prediligono soggetti mitologici o simbolici, utilizzando il divisionismo come mezzo per esplorare le profondità dell’inconscio e della spiritualità.
Infine, in alcune opere divisioniste emerge una forte influenza Déco, con un’attenzione particolare alla rappresentazione della sensualità del corpo femminile e degli usi e costumi della moda dell’epoca. Questo filone artistico si distingue per la sua eleganza e raffinatezza, con opere che catturano l’essenza della bellezza e dell’eleganza dell’Art Déco.
Divisionismo Opere
Di seguito alcune delle opere più conosciute realizzate con questo stile:
- I miei modelli (1888) – Giovanni Segantini
- Ritorno all’ovile (1888) – Giovanni Segantini
- Alpe di Maggio (1891) – Giovanni Segantini
- L’amore alla fonte della vita (1896) – Giovanni Segantini
- Contrasti sociali (1894) – Emilio Longoni
- Sola (1900) – Emilio Longoni
- Alba (1905) – Emilio Longoni
- A giornata finita (1898) – Carlo Fornara
- Pomeriggio estivo (1898) – Carlo Fornara
- Tristezza invernale (1901) – Carlo Fornara
- Il ponte (1892) – Giuseppe Pellizza da Volpedo
- Fiumana (1895/96) – Giuseppe Pellizza da Volpedo
- In risaia (1898) – Angelo Morbelli
- Sotto il pergolato (1891/93) – Plinio Nomellini
- Il Giorno sveglia la Notte (1905) – Gaetano Previati
- Trittico del giorno (1907) – Gaetano Previati
- I prati della Principa (1907) – Angelo Barabino
- Solitudine (1908) – Matteo Olivero
- Mestizia crepuscolare (1899) – Giovanni Battista Ciolina
- Lagrime (1898) – Giuseppe Mentessi
- La giornata dell’operaio (1904) – Giacomo Balla
- Al solco (1903/04) – Gino Severini
Il Divisionismo ha ispirato un gran numero di seguaci e ha prodotto un vasto corpus di opere nel corso degli anni. Nonostante ciò, abbiamo scelto di includere anche alcune opere iconiche dei precursori di questa tecnica, come esempio tangibile del suo sviluppo e della sua influenza nel panorama artistico dell’epoca.
Considerazioni sul Divisionismo
Il Divisionismo, erede dell’impressionismo, si distingue per la sua tecnica di dipingere la luce attraverso l’uso di punti e filamenti di colore distinti. Tuttavia, la sua importanza in Italia va oltre la mera tecnica artistica. Il Divisionismo è considerato uno dei movimenti fondamentali nella storia dell’arte italiana per diversi motivi significativi.
Innanzitutto, il Divisionismo si distingue per il suo approccio innovativo. Rappresenta l’ultimo ponte tra la pittura accademica ottocentesca, che aveva già lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte, e l’impressionismo, un movimento di rottura. In Italia, questo passaggio si è evoluto nel Divisionismo, il quale a sua volta ha dato impulso al Futurismo. È interessante notare che molti degli artisti fondamentali del Futurismo, come Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Carlo Carrà e Mario Sironi, hanno mosso i loro primi passi proprio nel contesto divisionista prima di abbracciare il nuovo movimento futurista. Pertanto, il fenomeno divisionista ha costituito il terreno fertile per l’emergere del più importante movimento d’avanguardia italiano del primo Novecento e, forse, uno dei più influenti a livello mondiale.
Un secondo motivo che conferisce al Divisionismo un’importanza fondamentale è il suo sguardo penetrante sulle problematiche europee della fine dell’Ottocento. Molti dei dipinti realizzati dalla prima generazione di artisti divisionisti affrontano temi che riflettono le critiche sociali, le ingiustizie e le disuguaglianze dell’epoca. Oltre alla straordinaria qualità pittorica di queste opere, considerate tra le più belle della pittura italiana tra il XIX e il XX secolo, il vero valore di questo stile si manifesta nelle sue implicazioni critiche. Gli studi critici rivelano una tensione epocale di grande profondità e creatività.
Il divisionismo apre la strada a un nuovo tipo di conoscenza, rompendo con le tradizioni filosofiche e ideologiche. Si assiste alla riscoperta di un’intimità precedentemente sconosciuta tra l’uomo e l’arcipelago inesplorato della sua coscienza. È una sensazione di appartenenza in un mondo in cui il pezzetto è il simbolo stesso della crisi epocale. Il cambiamento è visto come una rottura netta con il passato e un superamento di ordini consolidati.
In tutto il percorso del Divisionismo, sono emerse indicazioni significative che mostrano una vasta gamma di spunti interpretativi. Si tratta di una sorta di viaggio attraverso la tumultuosa transizione dell’epoca, una ricerca artistica che abbraccia il cambiamento dei pensieri e delle sensazioni umane di fronte alle sfide della modernità.
Per concludere, il Divisionismo si rivela un movimento artistico significativo nell’arte italiana. Il movimento ha ottenuto riconoscimento in tutto il mondo, oltre alla sua creativa scomposizione dei colori e all’uso della luce, che lo ha reso pioniere in Italia. Il suo periodo artistico è di straordinaria bellezza e importanza storica a causa delle sue tecniche innovative e dei suoi confini con l’avanguardia.
Esponenti
Nell’elenco che presentiamo qui di seguito, abbiamo incluso una vasta gamma di artisti attivi dalla fine del XIX secolo fino ai primi anni ’30 del Novecento, i quali hanno contribuito con opere realizzate nello stile divisionista. Il nostro obiettivo è stato quello di creare un elenco inclusivo, che non si limitasse solamente agli artisti più famosi o rinomati di questa corrente, ma che comprendesse quasi tutti gli artisti di cui abbiamo conoscenza e che hanno esplorato questa tecnica artistica.
- Giacomo Balla
- Angelo Barabino
- Adriano Baracchini Caputi
- Benvenuto Benvenuti
- Flavio Bertelli
- Stefano Bersani
- Umberto Boccioni
- Alberto Bonomi
- Glauco Cambon
- Sexto Canegallo
- Carlo Carrà
- Ettore Castaldi
- Galileo Chini
- Giovanni Battista Ciolina
- Giuseppe Cominetti
- Giovanni Battista Crema
- Carlo Cressini
- Antonio Discovolo
- Leonardo Dudreville
- Carlo Fornara
- Luigi Gallina
- Cornelio Geranzani
- Giovanni Giacometti
- Giovanni Governato
- Vittore Grubicy
- Domenico Guerello
- Camillo Innocenti
- Attilio Lasta
- Enrico Lionne
- Llewelyn Lloyd
- Baldassare Longoni
- Emilio Longoni
- Cesare Maggi
- Augusto Majani
- Giuseppe Mentessi
- Rubaldo Merello
- Filiberto Minozzi
- Angelo Morbelli
- Arturo Noci
- Piero Persicalli
- Vindizio Nodari Pesenti
- Plinio Nomellini
- Matteo Olivero
- Giuseppe Pellizza da Volpedo
- Gaetano Previati
- Clemente Pugliese Levi
- Ferdinando Ramponi
- Don Angelo Rescalli
- Luigi Russolo
- Giovanni Segantini
- Gino Severini
- Mario Sironi
- Giovanni Sottocornola
- Aleardo Terzi
- Achille Tominetti
- Angelo Torchi